CINEMA A BOMBA!

giovedì 28 gennaio 2016

OSCAR 2016. NOMINATION: FILM D'ANIMAZIONE, FILM STRANIERO, SCENEGGIATURE

Dall'alto: Rabbia, Disgusto, Gioia, Paura e Tristezza in Inside Out; una scena da Shaun, vita da pecora; un'immagine tratta da Quando c'era Marnie


Ci dispiace per gli altri, ma la vittoria di Inside Out nella categoria per il miglior film d'animazione sembra cosa certa.
Già dalla sua apparizione al Festival di Cannes dello scorso anno si era capito che il cartoon firmato Pixar aveva una marcia in più: divertente, originale, acclamato all'unanimità da critica e pubblico, a meno di clamorose sorprese (la vergognosa esclusione di The Lego Movie dalle nomination agli Oscar 2015 è rimasta come monito), dovrebbe sbaragliare la concorrenza.

Il lungometraggio tratto dalla serie Shaun, vita da pecora - dagli stessi autori di I Pantaloni Sbagliati e degli altri film con protagonisti Wallace e Gromit - infatti è simpatico e colorato, ma ha poche possibilità di vincere.

Stesso discorso per il cerebrale Anomalisa - presentato in anteprima a Venezia 2015 - di Charlie Kaufman (come sceneggiatore ha firmato Essere John Malkovich e Il Ladro di Orchidee di Spike Jonze, Confessioni di una Mente Pericolosa di George Clooney, Se Mi Lasci Ti Cancello di Michel Gondry con Jim Carrey e Kate Winslet; come regista, Synecdoche, New York, con Philip Seymour Hoffman), così come per il brasiliano Il Bambino Che Scoprì Il Mondo.

Quando c'era Marnie è invece la più recente fatica dello Studio Ghibli, ma speriamo non l'ultima: la casa di produzione di La Collina dei Papaveri e dei capolavori del maestro Hayao Miyazaki è in grossa crisi e rischia di chiudere.
Sarebbe una perdita gravissima per il cinema mondiale, non solo di animazione.

Anche per il miglior film straniero non dovrebbe esserci storia: stra-favorito è l'ungherese Il Figlio di Saul di László Nemes, Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes 2015 e vincitore di un recente Golden Globe.

Agli altri pur interessanti e suggestivi titoli dovrebbe essere riservato il ruolo di comparse, sebbene il francese Mustang possa ambire a qualcosa di più; un trofeo al colombiano El abrazo de la serpiente, al giordano Theeb o al danese A War (che avevamo segnalato tra le pellicole più intriganti nelle sezioni collaterali di Venezia 2015) invece sovvertirebbe tutti i pronostici della vigilia.

Apertissima è la gara per le sceneggiature: qui si cominciano a scontrare alcuni tra i big di questa edizione degli Oscar, sebbene manchino clamorosamente i due contendenti principali (The Revenant e Mad Max: Fury Road).
Ma è pur vero che si tratta di due categorie che tradizionalmente premiano gli outsider.

Difficile anche quest'anno individuare un favorito: abbiamo trovato gli copioni di quasi tutti i candidati (visitate i link di seguito riportati: ve lo consigliamo) e, leggendoli, ci hanno tutti appassionato.

Tra gli autori degli script originali ci fa piacere la presenza dei fratelli Coen: i registi di Il Grande Lebowski sono sempre brillanti e confermano il proprio valore anche con l'ottimo Il Ponte delle Spie di Steven Spielberg.

A contendere loro la statuetta sono gli scrittori dell'inventivo Ex Machina (storia di una relazione tra un uomo e una macchina che a noi ricorda un po' Lei -Her di Spike Jonze, premiato agli Oscar 2014) e quelli dell'apprezzatissimo Spotlight (uno dei pretendenti più seri nella categoria).
Ma occhio al succitato Inside Out: che sorpresa trovare qui un cartone animato!

C'è anche Straight Outta Compton, che narra la storia del gruppo gangsta rap dei N.W.A. (del quale hanno fatto parte, tra gli altri, anche Dr. Dre e Ice Cube); pellicola black tra le più apprezzate dell'anno che ambiva a qualcosa di più di una nomination in questa sezione - per di più per dei candidati tutti di carnagione chiara.
Molti esponenti della comunità afro-americana hanno letto questo fatto come uno sgarbo: non potendo snobbare il film, i membri dell'Academy avrebbero optato allora per una categoria nella quale poter presentare solo "bianchi".
Che vinca o perda, le polemiche non si placheranno.

Veramente molto incerta la sfida per la migliore sceneggiatura non originale.
Qui concorrono il fantascientifico The Martian e la drammatica storia d'amore lesbica Carol, forti rispettivamente di sette e sei nomine.

Ma anche tre opere piccole - ma dalle nomination davvero pesanti (ne parleremo nei prossimi post) - che ambiscono al ruolo di rivelazione, come era stato l'anno scorso per Whiplash.

Room è la storia di una madre e di un figlio che riescono a liberarsi da una prigionia di anni; La Grande Scommessa (The Big Short), sulla crisi finanziaria del 2007-2008, è un altro dei favoriti assoluti e guadagna consensi di giorno in giorno; Brooklyn - che parla di una ragazza irlandese divisa tra le sue radici e il desiderio di una vita indipendente negli Stati Uniti - può vantare la firma del celebre scrittore britannico Nick Hornby (tra i suoi libri, citiamo Alta Fedeltà, Un Ragazzo-About a Boy, Febbre a 90°, dai quali sono stati tratti i film omonimi).

Due statuette che sembrano già scontate e altre due tutte da assegnare.
Come andrà a finire? Al solito, lo scopriremo insieme.


MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
Anomalisa, regia di Charlie Kaufman
Il bambino che scoprì il mondo (Boy & The World), regia di Alê Abreu
Inside Out, regia di Pete Docter e Ronnie del Carmen
Shaun, vita da pecora - Il film (Shaun the Sheep Movie), regia di Mark Burton e Richard Starzak
Quando c'era Marnie (思い出のマーニー Omoide no Mānī?), regia di Hiromasa Yonebayashi

MIGLIOR FILM STRANIERO
El abrazo de la serpiente, regia di Ciro Guerra (Colombia)
Mustang, regia di Deniz Gamze Ergüven (Francia)
Il figlio di Saul (Salu fia), regia di László Nemes (Ungheria)
Theeb, regia di Naji Abu Nowar (Giordania)
A War, regia di Tobias Lindholm (Danimarca)

MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
Matt Charman, Joel ed Ethan Coen - Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Alex Garland - Ex Machina
Josh Cooley, Ronnie del Carmen, Pete Docter e Meg LeFauve - Inside Out
Tom McCarthy, Josh Singer – Il caso Spotlight (Spotlight)
Andrea Berloff, Jonathan Herman, S. Leight Savidge e Alan Wenkus - Straight Outta Compton

MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Charles Randolph e Adam McKay – La grande scommessa (The Big Short)
Nick Hornby - Brooklyn
Phyllis Nagy - Carol
Drew Goddard - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Emma Donoghue – Room

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lunedì 25 gennaio 2016

OSCAR 2016. PREMI MUSICALI

Dall'alto: Ennio Morricone (a destra) in studio con Quentin Tarantino; John Williams (a sinistra) con J.J. Abrams; Lady Gaga (a destra) con la co-autrice della canzone Til It Happens to You e il regista del documentario The Hunting Ground


Quest'anno la corsa alla statuetta per la miglior colonna sonora è una delle più attese ed emozionanti: favorito sugli altri candidati è Ennio Morricone, leggendario compositore cinematografico caro tra gli altri a Sergio Leone, di cui firmò le musiche di tutti i principali film.

Quel volpone di Quentin Tarantino - che di Ennio è un vero fanatico - lo aveva ingaggiato per una canzone nel precedente Django Unchained e poi gli aveva chiesto di scrivere delle partiture originali per il suo nuovo The Hateful Eight, un altro omaggio vintage agli spaghetti western.

Risultato: il ritorno del nostro all'attenzione internazionale, il trionfo ai recenti Golden Globe (Quentin, ritirando il premio per lui, lo ha addirittura paragonato a Mozart e Beethoven...) e infine una nomina all'Oscar che è già di per sé una vittoria.

È la sua sesta volta; per ora gliene hanno assegnato solo uno alla carriera nel 2007, ma chissà che i trionfi italici nelle ultime edizioni - nel 2012, Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti premiati per la migliore scenografia (per Hugo Cabret); Dario Marianelli, candidato per la colonna sonora di Anna Karenina nel 2013; La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino miglior film straniero nel 2014; Milena Canonero migliore costumista l'anno scorso per Grand Budapest Hotel - non siano di buon auspicio.

A sfidare Morricone, un altro vecchio leone del cinema: John Williams.
Alla cinquantesima candidatura (sì, avete letto bene: cinquantesima! Il record di 59, che appartiene a Walt Disney, è ad un passo) e dopo aver agguantato la statuetta già cinque volte, l'autore delle musiche di Star Wars: Il Risveglio della Forza è forse l'unico avversario temibile per il nostro connazionale.

Per quel che riguarda invece la miglior canzone, Simple Song#3 (tratta dall'apprezzato ma un po' snobbato Youth-La Giovinezza di Paolo Sorrentino, presentato in anteprima a Cannes 2015) avrà vita dura.

Lady Gaga, dopo aver appena vinto un Golden Globe televisivo come attrice (!) nella serie American Horror Story: Hotel, spera di fare il bis nella categoria a lei più congeniale.
Riuscirà a eguagliare la sua collega Adele, che nel 2013 ha sbaragliato la concorrenza con Skyfall (tratta dal film omonimo della serie 007)?

Tolta di mezzo Ellie Goulding con la hit Love Me Like You Do, nemmeno candidata (da Cinquanta Sfumature di Grigio hanno scelto un altro pezzo), l'insidia più grande per Miss Germanotta potrebbe venire da un altro film della saga dedicata all'agente segreto James Bond: Writing's on the Wall di Sam Smith è infatti la sigla di apertura di Spectre e si è già affermata ai Golden Globe.

Ma ora basta chiacchiere, lasciamo parlare la musica: qui sotto potete trovare molti link sfiziosi!
Buon ascolto!


MIGLIOR COLONNA SONORA
Thomas Newman - Il ponte delle spie (Bridge Of Spies)
Carter Burwell – Carol
Ennio Morricone – The Hateful Eight
Jóhann Jóhannsson - Sicario
John Williams - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)

MIGLIOR CANZONE
Earned It (Abel Tesfaye, Ahmad Balshe, Jason Daheala Quenneville e Stephan Moccio) - Cinquanta sfumature di grigio (Fifty Shades of Grey)
Manta Ray (J. Ralph e Antony Hegarty) - Racing Extinction
Simple Song#3 (David Lang) – Youth - La Giovinezza (Youth)
Til It Happens to You (Diane Warren e Lady Gaga) - The Hunting Ground
Writing's on the Wall (Sam Smith, Jimmy Napes) – Spectre

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mercoledì 20 gennaio 2016

OSCAR 2016. NOMINATION: PREMI TECNICI



Spesso sottovalutati, data l'eccessiva importanza che si dà comunemente ad attori e registi, i premi tecnici sono una ghiotta occasione per rendere giustizia a tutti coloro che concorrono alla riuscita di una pellicola lavorando dietro le quinte.

Nonostante due Oscar consecutivi già portati a casa (nel 2014 con Gravity e lo scorso anno con Birdman), il DP messicano Emmanuel Lubezki punta a fare il tris col favorito Revenant - Redivivo.
Forse solo il barbuto Robert Richardson - braccio destro di Quentin Tarantino in Django Unchained e The Hateful Eight - e l'eterno sconfitto Roger Deakins (13 nomine, neanche un'affermazione; tra i suoi lavori segnaliamo Il Grande Lebowski) potrebbero contendergli la statuetta.

Con poche eccezioni, le altre categorie sono dominate dai due grandi sfidanti di quest'anno, i film che hanno raggranellato il numero più alto di nomination: il sopraccitato Revenant - Redivivo e la sorpresa Mad Max: Fury Road.
Occhio però anche a Sopravvissuto - The Martian e Star Wars: Il Risveglio della Forza: due kolossal "cosmici" che nel campo degli effetti speciali hanno molto da dire.

Infine una curiosità: riuscirà Sandy Powell a battere... se stessa?!?
La navigata costumista britannica è infatti in competizione sia per Carol che per Cenerentola, come era successo al compositore francese Alexander Desplat l'anno scorso, in lizza contemporaneamente per The Imitation Game e Grand Budapest Hotel (per quest'ultimo poi aveva vinto).

Intanto godetevi i video che trovate qui sotto: uno sguardo a ciò che avviene dietro le quinte quando si fabbricano i sogni...



Dietro le quinte di Revenant - Redivivo (The Revenant).

MIGLIOR FOTOGRAFIA
Ed Lachman - Carol
Robert Richardson - The Hateful Eight
John Seale - Mad Max: Fury Road
Emmanuel Lubezki - Revenant - Redivivo (The Revenant)
Roger Deakins - Sicario



Dietro le quinte di Sopravvissuto - The Martian (The Martian).

MIGLIOR SCENOGRAFIA
Rena DeAngelo, Bernhard Henrich e Adam Stockhausen - Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Michael Standish e Eve Stewart - The Danish Girl
Colin Gibson e Lisa Thompson - Mad Max: Fury Road
Celia Bobak e Arthur Max - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Jack Fisk e Hamish Purdy - Revenant - Redivivo (The Revenant)



Dietro le quinte di Mad Max: Fury Road.

MIGLIOR MONTAGGIO
Hank Corwin - La grande scommessa (The Big Short)
Margaret Sixel - Mad Max: Fury Road
Stephen Mirrione - Revenant - Redivivo (The Revenant)
Tom McArdle - Il caso Spotlight (Spotlight)
Maryann Brandon e Mary Jo Markey - Star Wars: Il Risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)



Dietro le quinte di Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens).

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Mark Williams Ardington, Sara Bennett, Paul Norris e Andrew Whitehurst - Ex Machina
Andrew Jackson, Dan Oliver, Andy Williams e Tom Wood - Mad Max: Fury Road
Anders Langlands, Chris Lawrence, Richard Stammers e Steven Warner - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Richard McBride, Matt Shumway, Jason Smith e Cameron Waldbauer - Revenant - Redivivo (The Revenant)
Chris Corbould, Roger Guyett, Paul Kavanagh e Neal Scanlan - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)



Dietro le quinte di Il ponte delle spie (Bridge of Spies).

MIGLIOR SONORO
Andy Nelson, Gary Rydstrom e Drew Kunin - Il ponte delle spie (Bridge of Spies)
Chris Jenkins, Gregg Rudloff e Ben Osmo - Mad Max: Fury Road
Andy Nelson, Christopher Scarabosio e Stuart Wilson - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
Paul Massey]], Mark Taylor e Mac Ruth - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Jon Taylor, Frank A. Montaño, Randy Thom e Chris Duesterdiek - Revenant - Redivivo (The Revenant)



Dietro le quinte di Sicario.

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO
Mark Mangini e David White - Mad Max: Fury Road
Alan Robert Murray - Sicario
Matthew Wood e David Acord - Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens)
Oliver Tarney - Sopravvissuto - The Martian (The Martian)
Martin Hernandez e Lon Bender - Revenant - Redivivo (The Revenant)


Sandy Powell davanti ai costumi di Cenerentola (Cinderella)

MIGLIORI COSTUMI
Sandy Powell - Carol
Sandy Powell - Cenerentola (Cinderella)
Paco Delgado - The Danish Girl
Jenny Beavan - Mad Max: Fury Road
Jacqueline West - Revenant - Redivivo (The Revenant)

MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA
Lesley Vanderwalt, Elka Wardega e Damian Martin - Mad Max: Fury Road
Love Larson e Eva Von Bahr - Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve (Hundraåringen som klev ut genom fönstret och försvann)
Sian Grigg, Duncan Jarman e Robert A. Pandini - Revenant - Redivivo (The Revenant)

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lunedì 18 gennaio 2016

OSCAR 2016. NOMINATION: DOCUMENTARI E CORTOMETRAGGI

Dall'alto: la locandina del documentario su Amy Winehouse; un'immagine del cortometraggio animato Prologue; una scena del corto Pixar Sanjay's Super Team


Lo Speciale Oscar 2016 di CINEMA A BOMBA! entra finalmente nel vivo.

Non vi nascondiamo che preparare il post sulle categorie tradizionalmente più sottovalutate - quelle relative ai documentari e ai cortometraggi - ci dà delle gioie: avendo dedicato delle sezioni apposite sul nostro blog (I CORTI e I DOC), ci stuzzica conoscere così tanti lavori di qualità che parlano dei temi più disparati.

Tra i lungometraggi documentari non è raro trovare opere veramente notevoli: basti pensare, per citare solo alcuni dei passati vincitori, a La Battaglia delle Midway di John Ford (1943), Kon-Tiki di Thor Heyerdahl (1952), Quando eravamo re (1997, sul pugile Muhammad Ali), Bowling a Columbine di Michael Moore (2003), La Marcia dei Pinguini di Luc Jacquet (2006), Una Scomoda Verità (2007, con Al Gore), Searching for Sugar Man di Malik Bendjelloul e Simon Chinn (2013, sul musicista Sixto Rodriguez).

Quest'anno troviamo opere che parlano di cantanti tormentate (Amy Winehouse, in Amy, presentato a Cannes 2015; Nina Simone, in What Happened, Miss Simone?), lotta al narcotraffico (Cartel Land), vittime di regimi sanguinari (The Look of Silence, Premio Speciale della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2014), rivolte in piazza per la democrazia (Winter on Fire: Ukraine's Fight for Freedom, anche questo in cartellone a Venezia, ma nel 2015).

I cortometraggi documentari parlano di temi altrettanto scottanti: la lotta all'Ebola (Body Team 12), il sogno di un ragazzino nato disabile a causa delle armi chimiche usate nella Guerra in Vietnam di vivere una vita normale (Chau, Beyond The Lines), il dramma della Shoah (Claude Lenzmann: Spectres Of The Shoah), gli omicidi d'onore in Pakistan (A Girl In The River: The Price Of Forgiveness; Sharmeen Obaid-Chinoy, la regista, è la prima cineasta del suo Paese ad aver vinto un Academy Award, nel 2012), la storia di un uomo il cui fratello rischia la pena di morte (Last Day Of Freedom).

Un piccolo gruppo di suore in Cisgiordania alle prese con l'arrivo di una famiglia di coloni israeliani (Ave Maria); una ragazza afghana che deve fare da interprete ad un gruppo di soldati americani a caccia di terroristi e che si scontra con difficoltà di genere e religiose (Day One); un padre divorziato, la sua bambina e... la sensazione che qualcosa non vada proprio benissimo (Alles wird gut-Everything will be ok); due ragazzi tra amicizia e guerra nel Kosovo all'inizio degli anni Novanta (Shok); un balbuziente alle prese con la più grande delle sue paure (Stutterer).
Questi, invece, sono i protagonisti dei cortometraggi in competizione.

Suggestive le immagini e interessanti le vicende dei corti di animazione, a prima vista davvero sfiziosi.
Il cileno Bear Story è la storia di un anziano e solitario orso che racconta la sua vita attraverso un diorama meccanico.

Prologue descrive uno scontro tra soldati Ateniesi e Spartani sotto gli occhi di una bambina spaventata, ma è pensato come la prima parte di un progetto a più ampio respiro ispirato alla Lisistrata di Aristofane (quella commedia nella quale le mogli fanno terminare la Guerra del Peloponneso dopo aver imposto ai mariti uno sciopero del sesso); è stato realizzato dal solo autore (il grande animatore canadese Richard Williams, che tra le altre cose, è stato il responsabile dell'animazione di Chi ha incastrato Roger Rabbit?) foglio per foglio, a matita, dopo una lavorazione durata parecchi anni.

Sanjay's Super Team della Pixar - proiettato nei cinema prima di Il Viaggio di Arlo-The Good Dinosaur - racconta la storia di un bambino americano di origine indiana (ispirato allo stesso regista) diviso tra le tradizioni famigliari e la sua passione per i supereroi.
We can't live without cosmos narra di due amici cosmonauti, entrambi con un sogno da realizzare.
World of Tomorrow, con disegni elementari, è il caleidoscopico viaggio di una bambina nel suo futuro.

Scoprite con noi i candidati di queste categorie: resterete sorpresi.


MIGLIOR DOCUMENTARIO
Amy, regia di Asif Kapadia
Cartel Land, regia di Matthew Heineman
The Look of Silence, regia di Joshua Oppenheimer
What Happened, Miss Simone?, regia di Liz Garbus
Winter on Fire: Ukraine's Fight for Freedom, regia di Evgeny Afineevsky

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
Body Team 12 - regia di David Darg e Bryn Mooser
Chau, Beyond The Lines - regia di Courtney Marsh e Jerry France
Claude Lenzmann: Spectres Of The Shoah - regia di Adam Benzine
A Girl In The River: The Price Of Forgiveness - regia di Sharmeen Obaid-Chinoy
Last Day Of Freedom - regia di Dee Hibert e Jones Nomi Talisman

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Ave Maria, regia di Basil Khalil
Day one, regia di Henry Hughes
Alles wird gut-Everything will be ok, regia di Patrick Vollrath
Shok, regia di Jamie Donoughue
Stutterer, regia di Benjamin Cleary e Serena Armitage

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DI ANIMAZIONE
Bear Story, regia di Gabriel Osorio Vargas
Prologue, regia di Richard Williams
Sanjay's Super Team, regia di Sanjay Patel
We can't live without cosmos, regia di Konstantin Bronzit
World of Tomorrow, regia di Don Hertzfeldt

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giovedì 14 gennaio 2016

OSCAR 2016. UN REDIVIVO CONTRO TUTTI

La locandina dell'88a edizione degli Oscar. 


È tempo di nomination agli Oscar e... ce n'è per tutti i gusti.

Western? Ecco The Revenant-Redivivo - cruda storia della vendetta di un trapper (DiCaprio) -, il frontrunner di questa edizione, con 12 nomine.
Senza dimenticare il tarantiniano The Hateful Eight, che può vantare la migliore colonna sonora dell'anno: quella del Maestro Ennio Morricone, fresco protagonista ai Golden Globe.

Film d'azione ambientato in un futuro post-apocalittico? Mad Max: Fury Road, quarto capitolo della saga e primo senza Mel Gibson. 10 nomination e il ruolo di principale antagonista della pellicola diretta da Alejandro González Iñárritu - che, ricordiamolo, è stato il trionfatore nel 2015 con Birdman.

Avventura spaziale? The Martian-Sopravvissuto, firmato Ridley Scott - che però dovrà ancora spettare per vincere il suo primo Academy Award: quest'anno gli è andata male.
Ma anche Star Wars: Il Risveglio della Forza, campione mondiale di incassi e molto competitivo per i premi tecnici.

Spionaggio? Bridge of Spies-Il Ponte delle Spie di Steven Spielberg. Non vincerà, probabilmente; ma vi consigliamo di vederlo comunque.

Pellicola impegnata? Spotlight, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia del 2015, con uno degli esclusi eccellenti di questa edizione: Michael Keaton.

Drammone famigliare? Room, la cui protagonista - la misconosciuta Brie Larson - è in testa nella corsa come migliore attrice protagonista.

Storia di truffe a Wall Street? The Big Short-La Grande Scommessa, con un cast di tutto rispetto che comprende Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carell, Brad Pitt, Marisa Tomei.

Storia d'amore? Ne abbiamo, ne abbiamo: Brooklyn (tradizionale) e Carol (lesbo).

E questo solo per citare i titoli che hanno ottenuto più menzioni.

Per essere precisi, le nomination sono 12 per The Revenant-Redivivo; 10 per Mad Max: Fury Road; 7 per The Martian-Sopravvissuto; 6 per Bridge of Spies-Il Ponte delle Spie, Spotlight, Carol, 5 per Star Wars: Il Risveglio della Forza.

Chi vincerà?

Bisognerà aspettare fino al 28 Febbraio per saperlo.

Nel frattempo, non perdetevi lo Speciale che CINEMA A BOMBA! ha in serbo per voi: vi parleremo dettagliatamente di tutte le categorie e dei protagonisti di quella che sarà la notte più magica dell'anno.

Siete pronti?

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mercoledì 13 gennaio 2016

GOLDEN GLOBE 2016. I REDIVIVI E I SOPRAVVISSUTI

Dall'alto: Leonardo DiCaprio in The Revenant; Matt Damon in una scena di The Martian; Sylvester Stallone di nuovo nei panni di Rocky Balboa in Creed


Come abbiamo visto nel post precedente, tra i vincitori poche sono state le sorprese e molti i volti noti.

Noi della redazione di CINEMA A BOMBA!, tuttavia, siamo rimasti favorevolmente colpiti dal successo di alcuni dei nostri beniamini.

Uno su tutti: il nostro compatriota Ennio Morricone, vecchia conoscenza dei Globes: questa è la sua terza affermazione (dopo Mission del 1987 e La Leggenda del Pianista sull'Oceano del 1999).
Speriamo che questo riconoscimento - ottenuto per la colonna sonora di The Hateful Eight (per il precedente film tarantiniano, Django Unchained, aveva composto solo una canzone) - serva da trampolino di lancio al nostro Ennio per vincere finalmente anche sul campo quell'Academy Award che gli è stato consegnato solo alla carriera, nel 2007.
Nel frattempo quell'istrione di Quentin Tarantino - sempre più impegnato nell'accreditarsi come il nuovo Sergio Leone - gli ha fatto un gran bell'omaggio mentre ritirava il premio in sua vece. E ha pure parlato in italiano!

Poi c'è Sylvester Stallone.
Nel 1977 era stato nominato agli Oscar come attore protagonista e sceneggiatore di Rocky, ma perse.
39 anni dopo si è preso una rivincita (parziale, finora) vincendo il globo e convincendo i critici con la sua nuova prova - la settima! - nei panni del pugile italo-americano.
Sa un po' di vintage e di déja vu; ma d'altra parte tra i film drammatici era candidato anche il nuovo capitolo della saga di Mad Max (Mad Max: Fury Road), iniziata anch'essa alla fine degli anni Settanta, mentre come migliore canzone è stata scelta quella di Spectre, 24° episodio della serie James Bond.
Siamo contenti comunque per Sly: lo merita.

E siamo soddisfatti anche per Leonardo DiCaprio, altro (al momento) non oscarizzato che ha conquistato il suo terzo Globe (dopo The Aviator del 2005 e The Wolf of Wall Street del 2014).
Da notare che, nella stessa serata, è stata premiata anche Kate Winslet (come migliore attrice non protagonista per il biopic su Steve Jobs firmato Danny Boyle), sua partner di scena in Titanic.
Li davano per spacciati come attori dopo il kolossal che li ha resi celebri, ma hanno saputo abbondantemente rifarsi e dimostrare anche questa volta tutto il loro valore.
Bravi!

Se l'ungherese Il Figlio di Saul (film straniero) e Inside Out (film d'animazione) erano dati per trionfatori certi nelle proprie categorie, ci sbalordisce la vittoria di The Martian nella sezione "commedia/musical".
Non che la pellicola non meriti premi - anzi, è una delle migliori dell'anno e a noi è piaciuta molto; e poi c'è Jessica Chastain... - ma mentre ci sta che The Revenant si sia affermata come miglior film drammatico, essa non ci pare tanto leggera...
Forse è uno stratagemma furbetto per presentarla alle nomination degli Oscar forte di un'affermazione importante, benché noi pensiamo che non abbia bisogno di questi giochetti per poter fare bella figura.

I Golden Globes rappresentano una bella rivincita anche per Alejandro González Iñárritu - lo scorso anno era stato battuto da Richard Linklater e dal suo Boyhood (poi agli Oscar la situazione si ribaltò) - e, chissà, magari un bel punto di partenza per la rivelazione Brie Larson, migliore attrice drammatica protagonista per Room: la sua vittoria ha offuscato quella di Jennifer Lawrence (migliore attrice per una commedia), pure lei al suo terzo globo (3, quest'anno, è un numero ricorrente...) dopo Il Lato Positivo del 2013 e American Hustle del 2014 (sempre diretta da David O. Russell).

Gli sconfitti invece sono stati gli outsider.
Il Caso Spotlight era il beniamino della critica americana e sembrava dovesse rilanciare Michael Keaton dopo il clamoroso Oscar mancato dello scorso anno per Birdman, ma è tornato a casa a mani vuote.
Di The Big Short-La Grande Scommessa si è parlato un gran bene nelle ultime settimane, ma anche per la pellicola prodotta da Brad Pitt non c'è stata gloria.

Tra i premi televisivi è interessante segnalare i riconoscimenti ottenuti da Lady Gaga (!) e da Oscar Isaac (Poe Dameron di Star Wars-Il Risveglio della Forza), rispettivamente come miglior attrice e miglior attore di miniserie.

Posto che i Golden Globes siano davvero un'anticipazione degli Oscar, la sfida quest'anno sembra essere tra due film che in italiano sono stati ribattezzati Sopravvissuto e Redivivo.
Praticamente un riassunto della serata che la dice anche lunga sullo stato del cinema attuale, tra vecchie glorie ripescate, attori spremuti come limoni che si fanno tre/quattro film all'anno e sequel/prequel/spin-off di serie collaudate.

Rassicurante (gli incassi sono garantiti), ma siamo sicuri che Hollywood goda di ottima salute?

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lunedì 11 gennaio 2016

GOLDEN GLOBE 2016. I VINCITORI

Orgoglio italo-americano ai Golden Globe 2016. Dall'alto, Sylvester Stallone, migliore attore non protagonista per Creed; Alejandro González Iñárritu e Leonardo DiCaprio, premiati per The Revenant; Quentin Tarantino ritira il premio assegnato a Ennio Morricone per la colonna sonora di The Hateful Eight


Ennio Morricone.
Sylvester Stallone.
Leonardo DiCaprio.

Sono un italiano e due italo-americani i protagonisti più rappresentativi della 73a edizione dei Golden Globe, i premi cinematografici più ambiti dopo gli Oscar assegnati da una giuria di poco meno di un centinaio di giornalisti della stampa estera iscritti all'Hollywood Foreign Press Association.

A breve faremo le nostre considerazioni, ma vi anticipiamo che non possiamo non essere soddisfatti per la vittoria dei tre.

Intanto vi presentiamo l'elenco di tutti i riconoscimenti filmici della serata con trailer, interviste, clip...

Visto che ci stiamo avvicinando ad una delle edizioni degli Oscar più incerte e combattute degli ultimi anni, chissà se Ennio, Sylvester e Leo non riescano a ripetersi...

Questi Golden Globe fanno ben sperare.


MIGLIOR FILM DRAMMATICO
Revenant - Redivivo (The Revenant), regia di Alejandro González Iñárritu

MIGLIOR FILM COMMEDIA O MUSICALE
Sopravvissuto - The Martian (The Martian), regia di Ridley Scott

MIGLIOR REGISTA
Alejandro González Iñárritu – Revenant - Redivivo (The Revenant)

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO
Brie Larson – Room

MIGLIORE ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO
Leonardo DiCaprio – Revenant - Redivivo (The Revenant)

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM COMMEDIA O MUSICALE
Jennifer Lawrence – Joy

MIGLIORE ATTORE IN UN FILM COMMEDIA O MUSICALE
Matt Damon – Sopravvissuto - The Martian (The Martian)

MIGLIORE FILM DI ANIMAZIONE
Inside Out, regia di Pete Docter

MIGLIOR FILM STRANIERO
Il figlio di Saul (Saul fia), regia di László Nemes (Ungheria)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Kate Winslet – Steve Jobs

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Sylvester Stallone – Creed - Nato per combattere (Creed)

MIGLIORE SCENEGGIATURA
Aaron Sorkin – Steve Jobs

MIGLIORE COLONNA SONORA ORIGINALE
Ennio Morricone – The Hateful Eight

MIGLIORE CANZONE
Writing's on the Wall (Sam Smith, Jimmy Napes) – Spectre

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sabato 2 gennaio 2016

STAR WARS EP.VII-IL RISVEGLIO DELLA FORZA, TORNA A CASA LUKE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2015
135'
Regia: J.J. Abrams
Interpreti: Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong'o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Peter Mayhew, Max von Sydow, Simon Pegg, Daniel Craig.


Sono passati circa 30 anni dagli eventi narrati ne Il Ritorno dello Jedi.
Luke Skywalker (Hamill) è scomparso senza lasciare traccia, l'Impero è stato rifondato col nome di Primo Ordine e la Resistenza continua la propria lotta in nome della Repubblica.

Lo stormtrooper pentito Finn (Boyega) aiuta il pilota ribelle Poe Dameron (Isaac) a fuggire da una base nemica, finisce sul pianeta Jakku e qui fa la conoscenza di Rey (Ridley), una ragazza che campa rivendendo i rottami che trova nel deserto.

Per una serie di circostanze, i due giovani sono costretti ad allearsi con Han Solo (Ford) e Chewbacca (Mayhew) per ritrovare Luke, ma le forze del male - specie il misterioso e tormentato Kylo Ren (Driver) - sono sulle loro tracce...

E' iniziata la trilogia sequel, la prima senza George Lucas, la prima targata Disney.

L'attesa è stata alle stelle perché grandi erano le aspettative: un budget imponente, un battage pubblicitario martellante, un merchandise fin troppo invasivo.

E un trailer che stuzzicava la fantasia dei fan, vista la presenza di nuovi eroi tutti da scoprire e graditissimi ritorni di vecchie conoscenze, scenari familiari, scene suggestive.

Promesse mantenute? Decisamente sì.
E considerando gli incassi già copiosi, non siamo gli unici a crederlo.

Lo spettro della delusione seguita a La Minaccia Fantasma è distante, fortunatamente: liberi dal controllo del creatore della saga, gli autori sono stati abili nel destreggiarsi nel mondo lucasiano senza perdervisi o deludere gli appassionati.

Anziché rischiare proponendo qualcosa di nuovo e diverso, quel genietto di J.J. Abrams ha preferito andare sul sicuro, assicurandosi la partecipazione di collaboratori storici della serie e puntando a rievocare lo stile visivo dei primi film.

Ecco dunque affiancarlo alla sceneggiatura il collega Lawrence Kasdan, che aveva scritto con Lucas sia L'Impero Colpisce Ancora che Il Ritorno dello Jedi.
Ed ecco di nuovo le musiche del compositore John Williams, tornato dopo il "gran rifiuto" di Michael Giacchino, che cavallerescamente ha preferito declinare l'offerta dei produttori piuttosto che rubare il posto al maestro.

Anziché un delirio di computer grafica, troviamo riprese in location reali e l'uso di modellini e miniature nello stile di Guerre Stellari, come se il tempo si fosse fermato agli anni 70-80.
Basti pensare al già iconico droide BB-8: un robot del tutto funzionante, manovrabile in remoto; altra cosa rispetto all'odiato Jar-Jar Binks, creato interamente in CGI per la trilogia prequel.

Nel complesso, il nuovo cast si amalgama bene con quello vecchio: ma se Oscar Isaac (interprete di Drive, Cristiada, A Most Violent Year) e Andy Serkis (Gollum ne Il Signore Degli Anelli e Lo Hobbit) sono attori già abbastanza noti e apprezzati, il giovane trio principale è sconosciuto o quasi.

Adam Driver - lo ricordiamo solo per la Coppa Volpi vinta a Venezia 2014 per Hungry Hearts di Saverio Costanzo - non era l'attore più in vista da proporre per il ruolo del cattivo Kylo Ren; John Boyega e Daisy Ridley sono volti del tutto nuovi (occhio a quest'ultima: potrebbe fare strada).

Insomma, la scelta di produttori e regista è stata quella di puntare su nomi poco o per nulla blasonati, proprio come aveva fatto Lucas nel 1977 con Ford, Fisher e Hamill.

E a proposito delle star originali, non si può non evidenziare come questo recupero vintage sia uno dei motivi principali del successo della pellicola.
La loro assenza nei prequel era ovvia e giustificata, ma è pesata come un macigno; quanto può essere esaltante invece per un appassionato vedere i proprio eroi - ancorché invecchiati - rivestire i panni che li hanno resi leggendari?

Harrison Ford in particolare, dopo aver riesumato il mitico Indiana Jones qualche anno fa per la delizia di fan adoranti, era molto più che atteso: rivederlo nell'altro ruolo che lo aveva reso celebre vale da solo il prezzo del biglietto e giustifica l'ingaggio stratosferico (25 milioni di dollari più una percentuale sugli incassi).

Dopo aver rinnovato i canoni televisivi con la serie Lost, essersi accreditato come il nuovo Spielberg (Super 8) e aver reso digeribile al grande pubblico quel polpettone cosmico di Star Trek, Abrams è riuscito in un'altra impresa: riportare alle origini la saga fantascientifica più amata di sempre.

In attesa di vedere e giudicare i prossimi capitoli, che saranno realizzati da altri autori (anche Kasdan non sarà più coinvolto), non resta che ringraziare questo regista newyorkese con la faccia da eterno ragazzo per aver confezionato non solo il film dell'anno, ma il film di cui si discuterà ancora negli anni a venire...

Grazie J.J., che la Forza sia con te!

PS: mimetizzate da un trucco pesante o nascoste sotto un costume integrale, in questo episodio di Star Wars potete trovare delle comparse eccellenti: provate a scoprire, senza suggerimenti, dove compaiono Lupita Nyong'o (già Oscar 2014 per 12 Anni Schiavo), Simon Pegg (visto ne Le Avventure di Tintin), il regista cult Kevin Smith e Daniel Craig (proprio lui, lo 007 di Spectre).

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