CINEMA A BOMBA!

martedì 24 dicembre 2019

I CLASSICI: NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS, COS'È QUEL BIANCO INTORNO A JACK?

Clicca sulla locandina per vedere il trailer. 

USA, 1993
76'
Regia: Henry Selick
Voci originali: Danny Elfman, Chris Sarandon, Catherine O'Hara, William Hickey, Ken Page, Ed Ivory, Paul Reubens.


Jack Skeletron è il Re delle Zucche nel favoloso Paese di Halloween, popolato da mostri che si preparano tutto l'anno per i festeggiamenti della Vigilia di Ognissanti.

Un giorno, vagabondando nel bosco col suo fido cagnolino Zero, Jack finisce accidentalmente nel Paese di Natale.
Sconvolto e affascinato, cerca di riportare la scoperta ai propri amici, ma senza grande successo.

Allora elabora un piano: rapire Babbo Natale e sostituirsi a lui...






Vigilia 2012: Una Poltrona per Due.
Vigilia 2013: National Lampoon's Christmas Vacation.
Vigilia 2014: Canto di Natale di Topolino.
Vigilia 2015: Star Wars-Holiday Special.
[Abbiamo saltato il 2016 perché impegnati con lo Speciale Marvel; tuttavia il giorno prima avevamo postato la monografia dedicata ad Iron Man.]
Vigilia 2017: Festa in Casa Muppet.
Vigilia 2018: Silent Night, Deadly Night III.

Nightmare Before Christmas - la nostra scelta per quest'anno - è più un film di Halloween o più un film di Natale?
Si tratta di una questione su cui critici, spettatori e fan dibattono da oltre 25 anni (come vedete, noi abbiamo optato per la seconda ipotesi).

Altrettanto dibattuta è stata la paternità dell'opera, il cui titolo originale è Tim Burton's The Nightmare Before Christmas.

La base di partenza è un poema scritto dal futuro regista di Dumbo per la letteratura infantile, quando questi ancora era un animatore della Disney (a proposito: ne esiste una versione video-illustrata, narrata da Christopher "Saruman" Lee, che prima o poi vi recensiremo).

Oggi sappiamo però che Burton è stato "solo" l'ideatore dei personaggi e il produttore, mentre le decisioni tecniche/artistiche sono tutta farina del sacco di Selick.






La mano dell'eccentrico autore di Batman si sente comunque parecchio: l'atmosfera fiabesca e vagamente psicotica è la stessa di Edward Mani di Forbice e Batman-Il Ritorno (anche perché medesimi sono i contributi tecnici, in pratica).

Non solo: alcuni dei giocattoli dispensati da Jack durante la Notte Santa sono riferimenti a precedenti pellicole del regista.
Il vermone era già in Beetlejuice, mentre la paperella e il gatto giocattolo comparivano nel succitato Batman-Il Ritorno.

Innovativa e ancora oggi sbalorditiva è l'animazione in stop-motion, ovvero tramite l'utilizzo di pupazzetti mossi a mano, ripresi un fotogramma alla volta.
Una tecnica che Tim riprenderà in anni più recenti in La Sposa Cadavere e Frankenweenie.

Un altro punto di forza è la colonna sonora firmata Danny Elfman, ex leader del gruppo new wave Oingo Boingo e collaboratore di lunga data di Burton, che dà voce al protagonista durante le canzoni (nella versione italiana il personaggio è ben doppiato da Renato Zero).

A proposito di doppiaggio, l'unica nota dolente del film è l'adattamento italiano dei dialoghi, che fa drammaticamente perdere alcuni gustosi giochi di parole.
Un esempio? "Sandy Claws", storpiatura di Santa Claus, diventa "Babbo Nachéle"...

Tralasciando le goffaggini della traduzione, Nightmare Before Christmas ha tutte le carte in regola per entrare di diritto nei classici cine-natalizi.
Consigliato a bambini un po' grandicelli e raccomandato agli adulti.

Buon Natale a tutte/i dall'intera Redazione di CINEMA A BOMBA!




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venerdì 13 dicembre 2019

I CLASSICI: INCEPTION, NEL LABIRINTO DELLA MENTE

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA/Regno Unito, 2010
148'
Regia: Christopher Nolan
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Tom Hardy, Marion Cotillard, Ken Watanabe, Cillian Murphy, Michael Caine, Pete Postlethwaite, Dileep Rao, Lukas Haas, Tom Berenger.


Dom Cobb (DiCaprio) e il suo staff hanno un'abilità particolare: grazie ad una tecnologia all'avanguardia sono in grado di entrare nei sogni delle persone e carpire informazioni segrete.

Il gruppo viene ingaggiato da un facoltoso magnate giapponese (Watanabe), che vuole che si instilli nella mente del figlio (Murphy) del suo più pericoloso ma morente concorrente (Postlethwaite, in una delle sue ultime interpretazioni) l'idea di smembrare l'impero economico ereditato.

Le cose, però, prenderanno una brutta piega.






Chi non è mai rimasto affascinato guardando figure impossibili, immagini con inganni spaziali e visivi, con illusioni ottiche?

Chi non è mai rimasto a bocca aperta davanti alle incisioni delle Carceri del veneziano Giovanni Battista Piranesi o alle scale che salgono (o scendono) sempre di Escher o al triangolo di Penrose?

Ora pensate ad un film che attinge a piene mani a questo tipo di illustrazioni per creare un mondo sospeso tra sogno e realtà, un mondo che fa da sfondo ad una trama fatta di scatole cinesi, labirinti e vertigine nei quali i protagonisti si perdono e non riescono a distinguere tra sonno e veglia.

Christopher Nolan è riuscito a creare uno di quei rari casi di "film d'azione d'autore", opere che hanno l'intento da una parte di intrattenere un vasto pubblico e dall'altro di veicolare messaggi e contenuti pescando da una pluralità di fonti "alte".

A tal proposito, numerosi sono le citazioni e i rimandi: Calderón de La Barca (si veda il suo dramma La Vita è Sogno), Jorge Luis Borges, Platone, Freud, Schopenauer...

Al primo obiettivo (raggiunto, visti gli incassi notevoli), invece, hanno concorso l'immaginario visivo (reso in modo strepitoso da un uso intelligente di effetti speciali all'avanguardia, non per niente premiati con l'Oscar, una delle 4 statuette vinte - le altre, per la fotografia, il sonoro e il montaggio sonoro), il ritmo incalzante, la suggestiva colonna sonora di Hans Zimmer, le invenzioni registiche.

Poi, ovviamente, un ricco cast fatto di fidati attori talentuosi e di richiamo aiuta parecchio.

Accanto al divo Leonardo DiCaprio (bravissimo, ma l'Oscar arriverà solo nel 2016 con Revenant-Redivivo) troviamo infatti interpreti che hanno già collaborato o che collaboreranno anche successivamente con il cineasta britannico: Michael Caine (molto presente nella filmografia nolaniana), Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Cillian Murphy, Marion Cotillard, Tom Hardy.

Proprio quest'ultimo si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie alla pellicola della quale stiamo parlando: dopo la prova molto convincente in Bronson, il prestante londinese si è distinto in La Talpa, Il Cavaliere Oscuro-Il Ritorno (sempre di Nolan, assieme a Murphy, Caine, Cotillard, Gordon-Levitt), Mad Max: Fury Road, il già citato Revenant, Dunkirk (ancora Nolan), Venom, affermandosi come uno dei volti più riconoscibili del cinema mondiale.

Il regista della trilogia del Cavaliere Oscuro e di Interstellar e Dunkirk è solito avvalersi del lavoro di persone già collaudate; ma quel che ci piace in lui è che, nonostante questa comfort zone, egli mette in gioco se stesso in progetti via via più ambiziosi e originali, seguendo la propria ispirazione e proponendo sempre cose nuove.

Il fatto, poi, che sia lasciata al pubblico la comprensione del significato delle sue opere dimostra un profondo rispetto per lo spettatore - non considerato come un soggetto passivo, ma come un soggetto stimolato a farsi una propria opinione su quello che ha visto sullo schermo - e per la sua intelligenza.

Inception è emblematico dell'idea di cinema di Nolan: sono presenti i suoi temi ricorrenti (il tormento interiore, l'ossessione, il ricordo, l'inganno...), una narrazione temporale non lineare, il suo approccio scientifico, il suo senso della spettacolarità e dell'azione.

Ed è ricco, ricchissimo di suggestioni e in grado, anche a distanza di anni, di generare stupore.

Borges affermava (nel breve saggio Metamorfosi della Tartaruga): L'arte vuol sempre irrealtà visibili.

Pensiamo che anche il grande scrittore argentino avrebbe apprezzato questo film.




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giovedì 5 dicembre 2019

I CLASSICI: L'UOMO D'ACCIAIO, IL RITORNO DEL CAVALIERE SUPER

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA/Regno Unito, 2013
143'
Regia: Zack Snyder
Interpreti: Henry Cavill, Amy Adams, Kevin Costner, Michael Shannon, Diane Lane, Laurence Fishburne, Russell Crowe.


Su Krypton succede il finimondo: il pianeta sta collassando a causa dell'esaurimento delle risorse naturali, mentre il fanatico generale Zod (Shannon) tenta un colpo di stato militare.
Prima di morire, lo scienziato Jor-El (Crowe) e sua moglie infondono il codice genetico nel loro figlio neonato Kal-El e lo spediscono sulla Terra con una navetta spaziale.

Sul nostro pianeta Kal-El viene adottato da una coppia di agricoltori (Costner e Lane) e cresce - ignaro delle proprie origini - col nome di Clark Kent.
Con l'arrivo dell'adolescenza si accorge però di avere poteri e abilità non comuni agli altri esseri umani e, dopo la morte di uno dei genitori, si mette a viaggiare per il mondo.

Arrivato nell'Artide, scopre la verità sulle proprie origini e conosce la tenace giornalista Lois Lane (Adams).
Peccato che Zod e i suoi sgherri siano arrivati anch'essi sulla Terra con l'idea di trasformarla in una nuova Krypton, sterminandone la popolazione.

C'è bisogno di un "super extraterrestre" per salvare gli esseri umani e il loro piccolo pianeta...






2018: Aquaman e Shazam!
2017: Justice League e Wonder Woman.
2016: Suicide Squad e Batman v Superman.
2013: L'Uomo d'Acciaio.

Andando a ritroso, si potrebbe affermare che il DC Extended Universe - la risposta della Distinta Concorrenza al Marvel Cinematic Universe - abbia avuto origine con la pellicola di rilancio del "superuomo" per eccellenza.

E se invece vi dicessimo che tutto ebbe inizio dalla saga del Cavaliere Oscuro?
Bene, facciamo qualche passo indietro.

Le tappe della storia dell'Alieno di Krypton sul grande schermo sono note: negli anni 70-80 la tetralogia con protagonista il compianto Christopher Reeve; quindi la lunga pausa degli anni 90, dovuta in parte al successo del "cugino" Batman (il dittico di Tim Burton in primis) e in parte al naufragio di Superman Lives, reboot scritto da Kevin Smith (trovate qui il riassunto della vicenda); infine lo sfortunato Superman Returns, tardivo seguito a firma di Bryan Singer (regista di 4 film degli X-Men).






Il successo della trilogia dell'Uomo Pipistrello ideata dal geniale Christopher Nolan accende una scintilla nella mente di qualche produttore: perché non rilanciare anche l'Uomo d'Acciaio e successivamente far interagire i due iconici personaggi in pellicole crossover, sul modello Marvel?

Questo spiega il ruolo dell'autore di Interstellar e Dunkirk come produttore/co-soggettista, oltre alla partecipazione di alcuni suoi collaboratori, tra i quali David S. Goyer (sceneggiatura) e Hans Zimmer (musiche).

Badate bene, però: le somiglianze finiscono praticamente qui.
L'Uomo d'Acciaio non è un film di Nolan, è in tutto e per tutto un film di Zack Snyder.

Il che può essere tanto un bene quanto un male: il regista di Watchmen e 300 è famoso per dividere i cinefili tra chi lo idolatra apertamente e chi lo detesta senza pietà.
Inevitabilmente, anche questa pellicola ha polarizzato l'opinione di critici e pubblico.

Per quanto ci riguarda, siamo schierati tra coloro che difendono l'ambizioso cineasta del Wisconsin.
Un Superman così epico, tragico e appassionante non l'avevamo ancora visto.

Ispirandosi visivamente all'aggiornamento fumettistico operato dal disegnatore Jim Lee (WildC.A.T.s, X-Men), Snyder fa del protagonista un personaggio tormentato e messianico, immergendolo in una cornice che più spettacolare e grandiosa non si può.






Gli effetti speciali e le scene d'azione si sprecano, ma è nelle pause d'introspezione che il film prende il volo, merito anche di un cast da leccarsi i baffi.

Il britannico Henry Cavill ha quello che si dice il phisique du role e si rivela un attore tutt'altro che monocorde, mentre Amy Adams è una Lois Lane piacevolmente insolita, lontana dal modello di giovane pin-up che ci si poteva aspettare per il ruolo e di cui purtroppo abbonda la cinematografia contemporanea.

Nei ruoli di contorno, se nella parte del cattivo Michael Shannon - apprezzatissimo in Bug e Take Shelter - risulta un po' sopra le righe, come Signor Kent Kevin Costner sforna una delle sue migliori interpretazioni recenti.

Nonostante l'ottimo risultato al botteghino, L'Uomo d'Acciaio è stato aspramente criticato dalla maggior parte della critica specializzata, così come i film che l'hanno seguito (uniche eccezioni: Wonder Woman e l'acclamato Joker, fresco Leone d'Oro a Venezia).

Tant'è che, mentre scriviamo, non è ancora chiaro se Henry Cavill tornerà a indossare il costume di Superman (un discorso simile vale per Ben Affleck, che nel frattempo aveva efficacemente sostituito Christian Bale come Batman).

Noi speriamo di sì.
Ma l'unico modo per scoprirlo è ovviamente attendere il prossimo capitolo della Justice League.




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