CINEMA A BOMBA!

lunedì 25 giugno 2012

I CLASSICI. IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI, GIOCO DI SGUARDI

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer)

Argentina, 2009.
127'.
Regia: Juan José Campanella.
Interpreti: Ricardo Darin, Soledad Villamil, Guillermo Francella, Pablo Rago.


Cerimonia di premiazione degli Oscar 2010. Per il miglior film straniero tutti gli occhi sono puntati su due grandi favoriti, entrambi presenti e premiati al Festival di Cannes del 2009: Michael Haneke, regista austriaco del cupo Il nastro bianco, vincitore della Palma d'Oro (rivinta anche quest'anno con Amour) e Jacques Audiard, autore di Il profeta, racconto di formazione criminale all'interno di un penitenziario francese vincitore del Grand Prix della Giuria (anche lui in concorso a Cannes 2012 con De Rouille et d'Os).

Ma, a sorpresa, a vincere la prestigiosa statuetta è un film outsider, l'argentino Il segreto dei suoi occhi del misconosciuto Juan José Campanella, già regista di telefilm (Law & Order, Dr. House) e di alcune pellicole quali Il figlio della sposa, candidato all'Oscar nel 2002 come miglior film straniero.

Benjamin Esposito, ex agente dei tribunali federali in pensione, decide di scrivere un romanzo attingendo alle proprie esperienze e ai propri ricordi.
In particolare, ad ossessionarlo è il caso di una giovane donna barbaramente uccisa nel 1974, struggentemente amata da un marito che chiede giustizia ma non cerca la vendetta.
E struggente è anche l'amore che prova Esposito per la collega Irene Menendez-Hastings, amore rimasto inespresso per anni e fatto solo di parole non dette e sguardi.

Film thriller, sentimentale, di denuncia: difficile inquadrare quest'opera in un solo genere cinematografico, anche perché le sue diverse componenti sono amalgamate in modo esemplare.

E Campanella si dimostra regista davvero virtuoso sia nel girare le scene (si veda, tra le altre, la sequenza dell' inseguimento allo stadio) sia nella direzione degli attori.

A tal proposito, ci sentiamo in obbligo di segnalare le magistrali intepretazioni dei due protagonisti, i superbi Ricardo Darin ( Nove Regine; Cosa piove dal cielo?, miglior film al Festival di Roma 2011) e Soledad Villamil (popolare in patria anche come cantante): il film si regge soprattutto sui loro sguardi, sulla loro espressività e presenza scenica.

Due prove di recitazione da manuale per una pellicola da tenere... d'occhio.

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martedì 12 giugno 2012

I MIGLIORI FILM DEGLI ULTIMI ANNI



Ricordate? Un nostro fan, in un commento inserito in fondo alla recensione di Coriolanus, ci chiedeva di postare un elenco di film relativi agli ultimi 2-3 anni che a nostro giudizio fossero degni di una segnalazione.

Come da richiesta, abbiamo cercato di mettere insieme una lista che fosse il più esauriente possibile, anche se probabilmente - e non potrebbe essere altrimenti - qualche titolo meritevole è rimasto comunque fuori.
In questo caso ci scusiamo anticipatamente e ci riserviamo di completare la "rosa" in un secondo tempo con uno o più post "riparatori"!

Un'ultima cosa: ricordate di seguire comunque I CLASSICI DI CINEMA A BOMBA!, dove probabilmente molte delle pellicole qui menzionate verranno recensite in dettaglio!

Per il momento, le nostre proposte sono:

2011
A Dangerous Method di David Cronenberg
Capitan America: Il Primo Vendicatore di Joe Johnston
Carnage di Roman Polanski
Drive di Nicolas Winding Refn
Killer Joe di William Friedkin
Le Idi di Marzo di George Clooney
Le Avventure di Tintin di Steven Spielberg
Midnight in Paris di Woody Allen
Miracolo a Le Havre di Aki Kaurismaki
Super 8 di J.J. Abrams
Le Paludi della Morte - Texas Killing Fields di Ami Canaan Mann
The Artist di Michel Hazanavicious
The Tree of Life di Terrence Malick
Wilde Salomé di Al Pacino

2010
Green Zone di Paul Greengrass
Il Discorso del Re di Tom Hooper
Il Grinta di Joel & Ethan Coen
Inception di Christopher Nolan
L'Uomo nell'Ombra di Roman Polanski
Machete di Robert Rodriguez
Notte Folle a Manhattan di Shawn Levy
Robin Hood di Ridley Scott
Shutter Island di Martin Scorsese
The Expendables - I Mercenari di Sylvester Stallone
The Fighter di David O. Russell
The Losers di Sylvain White
The Social Network di David Fincher
The Town di Ben Affleck
Wall Street - Il Denaro Non Dorme Mai di Oliver Stone

2009
Avatar di James Cameron
Basta che Funzioni di Woody Allen
Bastardi Senza Gloria - Inglorious Basterds di Quentin Tarantino
Crazy Heart di Scott Cooper
Drag Me To Hell di Sam Raimi
Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson
Il Segreto dei Suoi Occhi di Juan José Campanella
Il Cattivo Tenente: Ultima Chiamata New Orleans di Werner Herzog
L'Uomo che Fissa le Capre di Grant Heslov
Nemico Pubblico di Michael Mann
Piovono Polpette di Phil Lord e Chris Miller
Star Trek di J.J. Abrams
Tra le Nuvole di Jason Reirman
Una Notte da Leoni di Todd Phillips
Up di Pete Docter e Bob Peterson
Watchmen di Zach Snyder

2008
Changeling di Clint Eastwood
Gran Torino di Clint Eastwood
Hot Fuzz di Edgar Wright
Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan
Il Curioso Caso di Benjamin Button di David Fincher
Il Divo di Paolo Sorrentino
In Amore Niente Regole di George Clooney
Io & Marley di David Frankel
Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo di Steven Spielberg
Iron Man di Jon Favreau
John Rambo di Sylvester Stallone
La Classe di Laurent Cantet
L'Onda di Dennis Gansel
Max Payne di John Moore
The Hurt Locker di Kathryn Bigelow
The Wrestler di Darren Aronofsky
Tropic Thunder di Ben Stiller
Wall-E di Andrew Stanton

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martedì 5 giugno 2012

I CLASSICI: VIVERE E MORIRE A LOS ANGELES, A LEZIONE DAL MAESTRO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 1985
116'
Regia: William Friedkin
Interpreti: William Petersen, Willem Dafoe, John Pankow, Darlanne Fleugel, Dean Stockwell, John Turturro.


Ci è parso giusto iniziare ufficialmente la sezione I CLASSICI DI CINEMA A BOMBA! con l'opera più rappresentativa di un regista che abbiamo avuto la fortuna di incontrare alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, in occasione dell'anteprima del suo Killer Joe.
Parliamo naturalmente del grande William "Maestro" Friedkin.

La storia: l'agente Chance (Petersen), ossessionato dall'uccisione del suo migliore amico e collega, decide di dare la caccia - senza esclusione di colpi e al confine della legalità - ad un falsario/artista (Dafoe) che di quella morte è responsabile.
Ad aiutarlo ci sono un'informatrice fin troppo disponibile (Fleugel) e un nuovo collega più ligio al protocollo (Pankow).

Un vero classico del noir, uno di quei film da scuola del cinema che a oltre 25 anni dalla propria uscita non ha perso un briciolo del proprio magnetismo.
Merito di un cast azzeccato (Petersen in versione pre- CSI è perfetto), di un'accurata ambientazione con un'insolita Los Angeles (fotografia dell'antillano Robby Muller), di un ritmo serrato e continuo, e soprattutto della maestria tecnica del regista.

Friedkin tira fuori dal cilindro alcune delle sequenze più ingegnose e spettacolari della propria carriera: dal prologo col terrorista arabo alla fabbricazione delle banconote false (per la quale fu ingaggiato come consulente un vero ex-falsario!), dall'inseguimento in aeroporto con Chance che corre sul cordolo del tappeto mobile all'inaspettato finale.
Fino al celeberrimo inseguimento in auto - marchio di fabbrica del maestro - contromano in autostrada: una scena lunghissima girata quasi senza stuntman (la tensione sui volti degli attori è reale!), una chicca per gli appassionati di action movie.

Non che i meriti del film siano solo formali, anzi. Mai come in questa pellicola il regista è riuscito a rappresentare il lato oscuro dell'edonismo degli anni 80, la religione del denaro, l'egoismo e l'ambiguità dell'animo umano.
Non ci sono buoni e cattivi, i ruoli si confondono e si annullano.
Rimane il ritratto, impietoso e incisivo, di un'America violenta in cerca di un'impossibile redenzione.

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domenica 3 giugno 2012

CANNES 2012. UN PASSO INDIETRO?

(Il regista Michael Haneke con la Palma d'Oro) 

Dopo l’ubriacatura di meritocrazia dello scorso anno, quando la giuria presieduta da Robert De Niro aveva schiaffato in faccia alla critica più snob un responso sacrosanto ma tutt’altro che scontato (Palma d’Oro a The Tree of Life di Terrence Malick, Nicolas Winding Refn miglior regista, Kristen Dunst e Jean Dujardin migliori interpreti), era logico aspettarsi quest’anno un verdetto meno coraggioso.
E così è stato.

Non che tutte le scelte siano state sciagurate: il divo danese Mads Mikkelsen (miglior attore) è bravo e versatile; il Gran Prix a Garrone è utile per ricordare al mondo e a noi stessi che non tutti i film italiani sono cinepanettoni.
Però è lecito ignorare autori come Cronenberg e Anderson, Hillcoat e Nichols?
E’ sensato premiare come migliori attrici due carneidi, pur avendo a disposizione una rosa che andava da Jessica Chastain a Juliette Binoche, da Marion Cotillard a Nicole Kidman?
E quanti davvero si recheranno nei cinema per vedere il palmadorato drammone senile di Haneke?

Soprattutto: l’assenza di riconoscimenti a pellicole hollywoodiane – intendendo non soltanto quelle di produzione americana, ma quelle genericamente “di genere” – sta a significare un fallimento della linea intrapresa dal direttore artistico Thierry Frémaux negli ultimi anni?
Naturalmente no, anzi. Come già avevamo scritto in relazione a Venezia 2011 (vedi il post), il compito dei giurati in fin dei conti è sottoporsi a un giochino di gusto personale. Discutibile finchè si vuole ma lecito, una volta accettate le regole.

Ciò che conta realmente è la programmazione, e non è sbagliato lasciare spazio anche a opere che possano piacere al grande pubblico: i film di genere possono anche essere film d’autore.
E poi, diciamo la verità: se non fosse per loro, chi se li filerebbe davvero i festival del cinema?!
Le “abbiette leggi” del mercato - per usare una fraseologia cara a Godard - non c’entrano nulla. Per questo, nonostante tutto, quella di Frémaux è stata l’ennesima vittoria.
Continua così, Thierry. Niente passi indietro.

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