CINEMA A BOMBA!

lunedì 19 luglio 2021

CANNES 2021. I VINCITORI

Dall'alto: Julia Ducournau riceve la Palma d'Oro da un' emozionatissima Sharon Stone; Leos Carax in mezzo ad Adam Driver e Marion Cotillard; il Presidente della Giuria Spike Lee, protagonista di una gaffe epica. 


La Palma d'Oro del 74° Festival di Cannes è andata al franco-belga Titane, diretto da Julia Ducournau.
Ma il vero protagonista della premiazione è stato - suo malgrado - Spike Lee.

Il regista premio Oscar, in veste di Presidente della Giuria, ha fatto un errore clamoroso annunciando in anticipo il titolo del film vincitore.
Una figuraccia che ha reggelato la platea e per la quale l'autore di Fa' La Cosa Giusta e BlackKklansman si è in seguito profondamente scusato, ma che in verità è stata l'unica sorpresa di un'edizione altrimenti piuttosto noiosa e prevedibile.

Come da pronostici, ha vinto la pellicola più accreditata alla vigilia e, come da pronostici, Leos Carax è stato insignito del riconoscimento per la miglior regia.

Amatissimo in patria, colui che qualche anno fa ci aveva "regalato" il sopravvalutatissimo Holy Motors sembra aver convinto tutti col musicarello Annette, protagonisti Marion Cotillard (Talia al-Ghul de Il Cavaliere Oscuro-Il Ritorno) e Adam Driver (Kylo Ren nell'ultima trilogia di Star Wars).

Il grande sconfitto di quest'anno? Probabilmente Wes Anderson, il regista di Moonrise Kingdom e Grand Budapest Hotel. Il suo The French Dispatch è stato accolto favorevolmente dalla stampa specializzata e aveva tutte le carte in regola per ammaliare i giurati, però è rimasto a bocca asciutta.

Nessun riconoscimento pure a Nanni Moretti, il cui Tre Piani ha diviso la critica tra chi si è profuso in lodi sperticate e chi ne ha giudicato negativamente l'assenza di umorismo, che il regista romano è altresì solito utilizzare anche in pellicole drammatiche come la precedente Mia Madre.

Ma la notizia più importante è che, dopo un anno di pausa dovuto alla pandemia, il Festival di Cannes sia tornato.
Tutto il resto è solo una chiacchera.

Leggete di seguito l'elenco completo dei vincitori!



Palma d'Oro: Titane, regia di Julia Ducournau

Grand Prix Speciale della Giuria (premio per l'opera più originale o innovativa): Hytti nro 6, regia di Juho Kuosmanen e Qahremān, regia di Asghar Farhadi (ex-aequo)

Prix de la mise en scène (premio per la migliore regia): Leos Carax per Annette

Prix du scénario (premio per la migliore sceneggiatura): Ryūsuke Hamaguchi e Takamasa Oe per Doraibu mai kā

Prix d'interprétation féminine (premio per la migliore attrice): Renate Reinsve per Verdens verste menneske

Prix d'interprétation masculine (premio per il migliore attore): Caleb Landry Jones per Nitram

Premio della Giuria (premio assegnato dalla Giuria): Hadereḵ, regia di Nadav Lapid e Memoria, regia di Apichatpong Weerasethakul (ex-aequo)



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giovedì 15 luglio 2021

LUCA, PORTOROSSO NON AVRAI IL MIO SCAMPO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2021
95'
Regia: Enrico Casarosa
Voci originali: Jacob Tremblay, Jack Dylan Grazer, Maya Rudolph, Giacomo Gianniotti, Sacha Baron Cohen.


Italia, anni 50.
Luca (Tremblay), un anfibio teenager che vive nel Mar Ligure, disobbidisce ai propri genitori ed esce dall'acqua insieme al coetaneo Alberto (Grazer).

Scopre così che i mostri marini come loro si trasformano, una volta asciutti, in esseri umani.

Passano quindi le proprie giornate nel villaggio di Portorosso, dove conoscono il bullo Ercole e la simpatica Giulia.

Tutti e 4 decidono di partecipare alla Portorosso Cup, una specie di triathlon durante il quale bisogna nuotare, mangiare un piatto di pasta e compiere una corsa in bicicletta.

Nei giorni successivi - complice la rivalità con l'odioso Ercole - l'amicizia tra Luca, Alberto e Giulia verrà messa a dura prova...



Per chi non lo conoscesse, Enrico Casarosa è un genovese emigrato in California per realizzare il proprio sogno: lavorare per i big dell'animazione.

Dopo una lunga gavetta da storyboard artist in pellicole come Cars (Disney-Pixar) e L'Era Glaciale (Dreamworks), il nostro conterraneo si fece notare qualche anno fa con il delizioso cortometraggio La Luna, candidato all'Oscar nel 2012.

Come sappiamo, la statuetta venne poi assegnata a The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore, ma la nomination gli diede abbastanza visibilità da permettergli un avanzamento di carriera.
Luca è il suo primo lungometraggio da regista.

L'ambientazione è ovviamente ispirata alle coste della Liguria - in particolare alla Riviera di Ponente (provincia di Savona) e alle Cinque Terre - e quella che vi viene rappresentata è un'Italia idealizzata: il Belpaese del Neorealismo post-bellico e del primo Fellini, che tanto piace agli Americani.



Graficamente, si notino un paio di tocchi di (auto)citazionismo, col paesino marittimo di Portorosso che ricorda un po' quello di Porto Corsa visto in Cars 2 e il papà di Giulia che assomiglia molto a quello de La Luna, benché l'influenza del maestro nipponico Hayao Miyazaki e del suo Studio Ghibli sia la più lampante (Portorosso è anche un riferimento/omaggio a Porco Rosso).

Uditivamente, consigliamo convinti la visione in lingua originale: col doppiaggio - non eccelso, oltretutto - si perde almeno metà del divertimento.
E si perde inoltre la possibilità di ascoltare Sacha Baron Cohen - il comico inglese di Borat, visto anche in Les Misérables e Il Processo ai Chicago 7 - in un suo raro excursus nel cinema per famiglie.

Luca è un film d'animazione piacevolmente fresco ed estivo: non un'opera memorabile (come Toy Story, Cars ed Inside Out, ad esempio), ma neppure "l'ennesima prova dell'involuzione artistica della Pixar", come l'ha definito una parte della critica oltreoceanica (in patria l'accoglienza è stata nel complesso tiepida).

Consigliato ovviamente a tutti i Liguri e in generale agli appassionati di spiagge e mare.
Che siano già in vacanza oppure no.



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lunedì 12 luglio 2021

BLACK WIDOW, LA FAMIGLIA DEL MULINO ROSSO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2021
134'
Regia: Cate Shortland
Con: Scarlett Johansson, Florence Pugh, David Harbour, Rachel Weisz, Ray Winstone, Olga Kurylenko, William Hurt, Julia Louis-Dreyfus, Jeremy Renner (voce originale).


Dopo gli eventi di Captain America: Civil War, Natasha (Johansson) - braccata dagli uomini del Segretario di Stato Ross (Hurt) - fugge in Europa.
A Budapest ha un incontro/scontro con Yelena (Pugh), una giovane guerriera che è per lei come una sorella minore.

Le due si alleano e vanno a cercare due vecchie conoscenze: Alexei (Harbour) e Melina (Weisz), che molti anni prima erano stati loro "genitori" durante una missione sotto copertura in Ohio per conto dell'Unione Sovietica.

L'obiettivo è individuare il rifugio dello spietato Dreykov (Winstone) e porre fine una volta per tutte al Progetto Vedove Nere, ma sulla loro strada trovano la misteriosa e innarrestabile Taskmaster (Kurylenko)...



Era ora.
Si era discusso di un film "solista" di Black Widow già dopo il primo The Avengers (2012), benché il personaggio avesse esordito nel MCU (Marvel Cinematic Universe) due anni prima, in Iron Man 2.

Nel frattempo sono uscite pellicole dedicate ad altri membri della squadra (oltre ad Iron Man, Capitan America e Thor), ma pure a personaggi "collaterali" come Spider-Man, Ant-Man, Dottor Strange, Black Panther, Capitan Marvel e i Guardiani della Galassia.
Oltre, ovviamente, ad altri tre capitoli targati Avengers.

Per tacere di serie e miniserie televisive quali Agents of SHIELD, WandaVision, Falcon & The Winter Soldier e Loki.
Insomma, tutti o quasi gli Eroi hanno avuto la possibilità di vedere approfondita la propria backstory.
Tranne lei, Natasha Romanoff.

Un tale lasso temporale rende tardivo e superfluo questo ennesimo spin-off, che tuttavia ha il merito di farci scoprire che cosa era accaduto al personaggio tra Civil War e Infinty War.

Per l'ottava volta nei panni (aderenti) della Vedova Nera, Scarlett Johannson trova il ruolo della vita - altro che Lost in Translation e Under the Skin! - e ritrova pure Florence Pugh, con la quale aveva rivaleggiato agli Oscar 2020: la prima era in concorso con Jojo Rabbit, la seconda con Piccole Donne (alla fine però vinse Laura Dern con Storia di un Matrimonio).

Nelle interviste, l'attrice newyorkese ha paragonato questo lungometraggio a Logan: un capitolo a sè stante, slegato dalla continuity del MCU.
Non è proprio così, ma si può considerare una buona approssimazione.



Inizialmente il film doveva essere sviluppato da Joss Wheadon, poi l'autore dei primi due Avengers è stato travolto dall'insuccesso di Justice League e da alcune brutte accuse di molestie.
Sulla scia del movimento femminista #MeToo è stato sostituito con una donna: la semi-sconosciuta Shortland, con un passato nel cinema d'essai.

Un curriculum tanto breve e inusuale - per un blockbuster "fumettoso", soprattutto - da far storcere il naso a molti fan.
Invece la regista australiana si rivela straordinariamente a proprio agio col soggetto, ancor più nelle scene d'azione: in particolare il coreografico catfight tra Nat e Yelena all'inizio e la fuga/battaglia volante alla fine (a proposito: quest'ultima sequenza è un omaggio esplicito a Point Break, capolavoro di un'altra famosa donna regista, Kathryn Bigelow).

Promosso anche il copione cui ha contribuito Ned Benson, director di The Disappearence of Eleonor Rigby, una delle pellicole più belle dello scorso decennio.
Un plauso pure a David Harbour (Stranger Things): il suo Guardiano Rosso - una sorta di Capitan America sovietico, tronfio e sovrappeso - è l'elemento comico del film.

Da non perdere come sempre la scena post-credits: funge da ponte tra Falcon and The Winter Soldier e la miniserie di Occhio di Falco prossima ventura (finalmente anche Clint avrà uno spazio tutto suo!).
A proposito: Jeremy Renner fa una mini-comparsata così mini che quasi non si potrebbe considerare tale, mentre non c'è alcuna traccia dello strombazzato cammeo di Robert Downey Jr. (prova che lo scoop di Deadline Hollywood era in realtà una cantonata galattica).

Black Widow è un lungometraggio inessenziale ma piacevole (meglio la seconda parte della prima), che dimostra una volta per tutte la capacità della Disney-Marvel di confezionare prodotti di serie A anche quando sono "minori" o marginali.

In questo campo, il colosso cinematografico non ha davvero eguali.



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lunedì 5 luglio 2021

CANNES 2021. I FILM IN E FUORI CONCORSO





Dall'alto: The French Dispatch di Wes Anderson; Tre Piani di Nanni Moretti; la locandina di Annette di Leos Carax; Flag Day di Sean Penn.


Gradito ritorno, quello del Festival di Cannes.

La kermesse francese, dopo un anno di stop dovuto alla pandemia (o meglio, dopo un'edizione "virtuale" che nei fatti non si è svolta), ci riprova in presenza - forte anche dell'esperienza della rivale Mostra del Cinema di Venezia, che l'anno scorso aveva osato (con successo) aprire al pubblico.

Vedremo se lo spostamento dalla primavera all'estate (a poca dsitanza dalla rassegna italiana) gioverà a Thierry Frémaux & C., che quest'anno presentano un cartellone molto interessante.

Il pezzo da 90 è rappresentato da The French Dispatch, il nuovo attesissimo film di Wes Anderson con un cast da capogiro; ma occhio anche a:

- Annette (con Adam Driver e Marion Cotillard) del discusso Leos Carax, film di apertura;

- Tre Piani del nostro Nanni Moretti, unica pellicola italiana in competizione;

- The Flag Day, di e con Sean Penn;

- Nitram di Justin Kurzel;

- Memoria del thailandese Apichatpong Weerasethakul, con Tilda Swinton;

- Red Rocket di Sean Baker;

- Les Olympiades di Jacques Audiard;

- A Hero di Asghar Farhadi.

Nel variegato programma, poi, troverete pure l'ennesimo capitolo della saga Fast & Furious.

Ma - ehi - nessuno è perfetto.

Scoprite insieme a noi Cannes 2021: noi vi abbiamo segnalato i film che ci interessano maggiormente; voi segnalateci i vostri.



CONCORSO

Annette, regia di Leos Carax (Francia, Germania, Belgio, Giappone, Messico, Svizzera) - film d'apertura - con Marion Cotillard, Adam Driver

Benedetta, regia di Paul Verhoeven (Francia, Paesi Bassi, Belgio), con Charlotte Rampling

Bergman Island, regia di Mia Hansen-Løve (Francia, Germania, Belgio, Svezia, Messico), con Vicky Krieps, Tim Roth, Mia Wasikowska

Doraibu mai kā, regia di Ryūsuke Hamaguchi (Giappone)

A feleségem története, regia di Ildikó Enyedi (Ungheria, Germania, Francia, Italia)

Flag Day, regia di Sean Penn (Stati Uniti d'America), con Sean Penn, Miles Teller, Josh Brolin

La Fracture, regia di Catherine Corsini (Francia)

France, regia di Bruno Dumont (Francia, Germania, Belgio, Italia), con Léa Seydoux

The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun, regia di Wes Anderson (Stati Uniti d'America), con Benicio del Toro, Adrien Brody, Tilda Swinton, Léa Seydoux, Frances McDormand, Timothée Chalamet, Jeffrey Wright, Mathieu Amalric, Bill Murray, Owen Wilson, Liev Schreiber, Edward Norton, Willem Dafoe, Saoirse Ronan, Jason Schwartzman, Anjelica Huston

ha'Derech, regia di Nadav Lapid (Francia, Germania)

Haut et fort, regia di Nabil Ayouch (Francia)

Hytti nro 6, regia di Juho Kuosmanen (Finlandia, Estonia, Germania, Russia)

Les Intranquilles, regia di Joachim Lafosse (Belgio, Lussemburgo, Francia)

Lingui, regia di Mahamat-Saleh Haroun (Ciad)

Memoria, regia di Apichatpong Weerasethakul (Thailandia, Colombia, Regno Unito, Francia, Germania, Messico), con Tilda Swinton

Nitram, regia di Justin Kurzel (Australia), con Judy Davis, Essie Davis, Anthony LaPaglia

Les Olympiades, regia di Jacques Audiard (Francia)

Petrovy v grippe​- Petrov's Flu, regia di Kirill Serebrennikov (Russia, Francia)

Qahremān-A Hero, regia di Asghar Farhadi (Iran)

Red Rocket, regia di Sean Baker (Stati Uniti d'America)

Titane, regia di Julia Ducournau (Francia, Belgio)

Tout s'est bien passé, regia di François Ozon (Francia), con Sophie Marceau, Charlotte Rampling, Hanna Schygulla

Tre piani, regia di Nanni Moretti (Italia, Francia), con Nanni Moretti, Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Anna Bonaiuto

Verdens verste menneske-The Worst Person In The World, regia di Joachim Trier (Norvegia, Francia, Danimarca, Svezia)




UN CERTAIN REGARD

After Yang, regia di Kogonada (Stati Uniti d'America)

Blue Bayou, regia di Justin Chon (Stati Uniti d'America)

Bonne Mère, regia di Hafsia Herzi (Francia)

Bağlılık Hasan, regia di Semih Kaplanoğlu (Turchia)

La civil, regia di Teodora Ana Mihai (Romania, Belgio)

Delo, regia di Aleksej Alekseevič German (Russia, Canada, Germania)

Dýrið, regia di Valdimar Jóhansson (Islanda, Svezia, Polonia)

Freda, regia di Gessica Généus (Haiti, Francia, Benin)

Let It Be Morning, regia di Eran Kolirin (Israele, Francia)

Un monde, regia di Laura Wandel (Belgio)

Moneyboys, regia di C. B. Yi (Austria, Francia, Taiwan)

Noche de fuego, regia di Tatiana Huezo Sánchez (Messico, Germania, Brasile, Svizzera)

Razžimaja kulaki, regia di Kira Kovalenko (Russia)

Rehana Maryam Noor, regia di Abdullah Mohammad Saad (Bangladesh)

De uskyldige, regia di Eskil Vogt (Norvegia, Svezia, Danimarca)

Women Do Cry, regia di Mina Mileva e Vesela Kazakova (Bulgaria, Francia)


FUORI CONCORSO

Aline, regia di Valérie Lemercier (Francia, Canada)

BAC Nord, regia di Cédric Jimenez (Francia)

Bisangseon-eon, regia di Han Jae-rim (Corea del Sud)

De son vivant, regia di Emmanuelle Bercot (Francia)

Fast & Furious 9 - The Fast Saga (F9: The Fast Saga), regia di Justin Lin (Stati Uniti d'America), con Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Ludacris, John Cena, Helen Mirren, Charlize Theron, Michael Rooker, Cardi B, Jason Statham

La ragazza di Stillwater (Stillwater), regia di Tom McCarthy (Stati Uniti d'America), con Matt Damon

The Velvet Underground, regia di Todd Haynes – documentario (Stati Uniti d'America)

Where Is Anne Frank?, regia di Ari Folman (Israele, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Francia)


CANNES PREMIERE

Cette musique ne joue pour personne, regia di Samuel Benchetrit (Francia)

Cow, regia di Andrea Arnold – documentario (Regno Unito)

Dangsin eolgul ap-eseo​-In Front of Your Face, regia di Hong Sang-soo (Corea del Sud)

Evolution, regia di Kornél Mundruczó (Ungheria, Germania)

Jane par Charlotte, regia di Charlotte Gainsbourg (Francia)

JFK Revisited: Through the Looking Glass, regia di Oliver Stone – documentario (Stati Uniti d'America)

Mothering Sunday, regia di Eva Husson (Regno Unito), con Olivia Colman, Colin Firth

Serre-moi fort, regia di Mathieu Amalric (Francia), con Vicky Krieps

Tromperie, regia di Arnaud Desplechin (Francia), con Léa Seydoux

Val, regia di Ting Poo e Leo Scott – documentario (Stati Uniti d'America)
Vortex, regia di Gaspar Noé (Argentina, Italia)

Marx può aspettare, regia di Marco Bellocchio - documentario (Italia)


PROIEZIONI SPECIALI

Babyn Yar. Context, regia di Serhij Loznycja – documentario (Ucraina)

O marinheiro das montanhas, regia di Karim Aïnouz (Brasile)

The Year of the Everlasting Storm, regia di Jafar Panahi, Anthony Chen, Malik Vitthal, Laura Poitras, Dominga Sotomayor, David Lowery e Apichatpong Weerasethakul (Stati Uniti d'America)


CORTOMETRAGGI IN CONCORSO

All The Crows in the World, regia di Tang Yi (Hong Kong)

Céu de agosto, regia di Jasmin Tenucci (Brasile, Islanda)

Det er i jorden, regia di Casper Kjeldsen (Danimarca)

Noite turva, regia di Diogo Salgado (Portogallo)

Orthodontics, regia di Mohammadreza Mayghani (Iran)

Pa vend, regia di Samir Karahoda (Kosovo)

The Right Words, regia di Adrian Moyse Dullin (Francia)

Severen Pol, regia di Marija Apcevska (Macedonia del Nord, Serbia)

Sideral, regia di Carlos Segundo (Brasile, Francia)

Xue yun, regia di Wu Lang (Cina)


CINEFONDATION

Bestie wokół nas, regia di Natalia Durszewicz – Scuola nazionale di cinema, televisione e teatro Leon Schiller di Łódź (Polonia)

Bill and Joe Go Duck Hunting, regia di Auden Lincoln-Vogel – Università dell'Iowa (Stati Uniti d'America)

Billy Boy, regia di Sacha Amaral – Universidad Nacional de las Artes (Argentina)

La caída del vencejo, regia di Gonzalo Quincoces – Escuela Superior de Cine y Audiovisuales de Cataluña (Spagna)

Cantareira, regia di Rodrigo Ribeyro – Academia Internacional de Cine (Brasile)

Cicada, regia di Yoon Daewoen – Han-guk Yesul Jonghap Hakgyo (Corea del Sud)

L'Enfant salamandre, regia di Théo Degen – INSAS (Belgio)

Fonica M-120, regia di Olivér Rudolf – Színház- és Filmművészeti Egyetem (Ungheria)

Frida, regia di Aleksandra Odić – Deutsche Film- und Fernsehakademie Berlin (Germania)

Frie mænd, regia di Óskar Kristinn Vignisson – Den Danske Filmskole (Danimarca)

Habikur, regia di Mya Kaplan – Università di Tel Aviv (Israele)

King Max, regia di Adèle Vincenti-Crasson – La Fémis (Francia)

Other Half, regia di Lina Kalcheva – National Film and Television School (Regno Unito)

Oyogeruneko, regia di Huang Menglu – Musashino Art University (Giappone)

Prin oraș circulă scurte povești de dragoste, regia di Carina-Gabriela Dașoveanu – Università nazionale d'arte teatrale e cinematografica I. L. Caragiale (Romania)

Rudé boty, regia di Anna Podskalská – Filmová a televizní fakulta Akademie múzických umění v Praze (Repubblica Ceca)

Saint Android, regia di Lukas von Berg – Filmakademie Baden-Württemberg (Germania)


QUINZAINE DES REALISATEURS

Lungometraggi

A Chiara, regia di Jonas Carpignano (Italia, Francia)

Ali & Ava, regia di Clio Barnard (Regno Unito)

al-Baḥr ʾamāmakum, regia di Ely Dagher (Libano, Francia, Belgio)

Clara Sola, regia di Nathalie Álvarez Mesén (Svezia, Costa Rica, Belgio, Francia, Germania, Stati Uniti d'America)

De bas étage, regia di Yassine Qnia (Francia)

Diários de Otsoga, regia di Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro (Brasile, Portogallo)

El empleado y el patrón, regia di Manolo Nieto (Uruguay, Argentina, Brasile, Francia)

Entre les vagues, regia di Anaïs Volpé (Francia)

Europa, regia di Haider Rashid (Italia)

Futura, regia di Pietro Marcello, Alice Rohrwacher e Francesco Munzi (Italia)

Jādde qāki, regia di Panah Panahi (Iran)

Întregalde, regia di Radu Muntean (Romania)

Luaneshat e Kodrës, regia di Luàna Bajrami (Kosovo, Francia)

Les Magnétiques, regia di Vincent Maël Cardona (Francia)

Medusa, regia di Anita Rocha da Silveira (Brasile)

Mon légionnaire, regia di Rachel Lang (Francia, Belgio)

Murina, regia di Antoneta Alamat Kusijanović (Croazia, Stati Uniti d'America, Brasile, Slovenia)

Neptune Frost, regia di Saul Williams e Anisia Uzeyman (Stati Uniti d'America)

A Night Of Knowing Nothing, regia di Payal Kapadia (India)

Ouistreham, regia di Emmanuel Carrère (Francia)

Re Granchio, regia di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis (Italia, Francia, Argentina)

Retour à Reims, regia di Jean-Gabriel Périot (Francia)

The Souvenir: Part II, regia di Joanna Hogg (Irlanda, Regno Unito)

Yǒng'ān zhèn gùshì jí, regia di Shujun Wei (Cina)


Cortometraggi

Anxious Body, regia di Yoriko Mizushiri (Giappone, Francia)

El espacio sideral, regia di Sebastián Schjaer

The Parents' Room, regia di Diego Marcon (Italia)

Simone est partie, regia di Mathilde Chavanne (Francia)

Sycorax, regia di Lois Patiño e Matías Piñeiro

Train Again, regia di Peter Tscherkassky (Austria)

The Vandal, regia di Eddie Alcazar (Stati Uniti d'America)

When Night Meets Dawn, regia di Andreea Cristina Borțun (Romania, Francia, Slovenia)

The Windshield Wiper, regia di Alberto Mielgo (Stati Uniti d'America)



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