DJANGO UNCHAINED, SPAGHETTI AL SUGO TARANTINO
USA, 2012
165'
Regia: Quentin Tarantino
Interpreti: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington, James Remar, Don Johnson, Russ Tamblyn, Tom Savini, Michael Parks, Robert Carradine, Bruce Dern, Quentin Tarantino, Franco Nero.
Lo schiavo Django (Foxx) viene liberato dal dentista/pistolero Dr. Schultz (Waltz). Insieme pianificano la liberazione della moglie del primo (Washington), prigioniera del perfido latifondista Calvin Candie (DiCaprio).
Il che, come è facile immaginare, non sarà affatto semplice e si concluderà con un abbondante spargimento di sangue.
Fino ad oggi la carriera di Tarantino si poteva grossolanamente separare in due parti: gli anni 90 e gli anni successivi al 2000, con Kill Bill come spartiacque.
Nella prima il nostro girava film d'autore mascherati da film di genere, nella seconda ha preso a girare film di genere mascherandoli da film d'autore.
Django Unchained, primo cimento di Quentin nel western (ma elementi tipici del genere si possono riconoscere in tutta la sua filmografia, specie la più recente; ricordiamo, però, la sua comparsata attoriale in un altro omaggio al pistolero corbucciano, il giapponese Sukiyaki Western Django), rappresenta una terza via.
Il creatore di Pulp Fiction ritrova la forma degli esordi, riuscendo a divertire divertendosi, senza tuttavia porsi limiti di creatività e fantasia.
Quello di Tarantino è un cinema che ritorna sempre a se stesso, nutrendosi continuamente di citazioni (soprattutto gli spaghetti western di Sergio Leone e ovviamente di Sergio Corbucci - in Django Unchained, pure nella colonna sonora: ci sono musiche di Ennio Morricone, che ha collaborato altresì con il brano Ancora qui, composto apposta per il film e cantato da Elisa - ma anche quelli tradizionali e i blaxploitation) e autocitazioni (Waltz che racconta la leggenda di Sigfrido a un rapito Foxx ricalca una scena quasi identica di Kill Bill in cui David Carradine fa lo stesso con Uma Thurman).
Con meno tempi morti rispetto alle sue ultime opere (merito del nuovo montatore Fred Raskin?), il regista italo-americano ci accompagna in più di 2 ore e mezza di violenza e sparatorie alternate e spesso accompagnate da battute e gag irresistibili.
Impossibile non citare sequenze di straordinaria comicità come quella dei membri del KKK alle prese con cappucci scomodi (ecco il video!) o quella dei due protagonisti che affrontano il marshall di una cittadina cui hanno appena ucciso lo sceriffo.
In ambito recitativo il superbo attore austriaco Christoph Waltz fa la parte del mattatore, rubando la scena a tutti e prenotandosi per un secondo Oscar dopo quello conquistato per il precedente film di Quentin, Bastardi Senza Gloria.
Per i cinefili è anche uno spasso cercare di riconoscere tutti gli ospiti di eccezione che spuntano qua e là nella pellicola: da Don Johnson vestito di colori pastello come in Miami Vice al vecchio Bruce Dern in versione laido schiavista, dal leggendario truccatore Tom Savini allo stesso Tarantino che si concede un'uscita di scena esplosiva, per non parlare del mitico Franco Nero, che compare giusto il tempo per fare con Jamie Foxx un passaggio di testimone da applausi (clicca qui).
Per la cronaca: noi di CINEMA A BOMBA! abbiamo riconosciuto tutte le guest star, compreso Ted Neeley, il Gesù di Jesus Christ Superstar, ma purtroppo non Robert Carradine, che ci è sfuggito; sapete dirci dov'era?
Django Unchained non è solo una grande opera di intrattenimento e una geniale parabola antirazzista: è anche un atto d'amore nei confronti di un certo cinema italiano che non siamo più in grado di fare, intossicati come siamo di muccinate e cinepanettoni.
Che questa sia la spinta giusta per ritornare a fare film di genere innovativi e apprezzati?
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