I CLASSICI: POINT BREAK, UN' ESTATE AL LIMITE (E ANCHE OLTRE)
USA, 1991
123'
Regia: Kathryn Bigelow
Con: Keanu Reeves, Patrick Swayze, Gary Busey, John C. McGinley, Lori Petty, James LeGros, Tom Sizemore, Anthony Kiedis.
California meridionale. Ex campione di football americano entrato nel FBI (Reeves), con l'aiuto di un casinaro collega di mezza età (Busey), indaga per identificare una banda di rapinatori di banche mascherati con le facce degli ex presidenti USA (Lyndon Johnson, Richard Nixon, Jimmy Carter e Ronald Reagan).
Si infiltra quindi in un gruppo di surfisti capelloni - guidati da un carismatico filosofo pseudobuddista (Swayze) - che a tempo perso praticano anche il paracadutismo estremo.
Chi lo avrebbe detto che da una delle trame più improbabili della storia del cinema sarebbe scaturita una pellicola memorabile ed esaltante?
Per rispondere alla domanda bisogna considerare anzitutto il travagliato percorso del copione, apportato in prima battuta da W. Peter Iliff col contributo di Rick King, e quindi riscritto definitivamente dalla regista con l'allora marito James Cameron, che figura come produttore esecutivo (ma né la Bigelow né il futuro autore di Titanic e Avatar sono accreditati come sceneggiatori, a causa di problemi col sindacato di categoria).
I meriti principali sono invece riconducibili alla direzione fluida e muscolare - alla faccia del "sesso debole"! - di Kathryn Bigelow, quasi certamente la miglior regista donna di sempre.
Forse qui, ancor più che nei successivi e osannatissimi The Hurt Locker (che pure le è valso il Premio Oscar) e Zero Dark Thirty, emerge il talento di questa impavida (ex) ragazza californiana: le sequenze d'azione sono impressionanti, da quelle marine a quelle volanti, passando per un inseguimento al cardiopalma filmato con la videocamera a spalla.
Innumerevoli le scene cult. Da segnalare almeno: la retata contro la gang dei nazi-surfisti armati, la sessione di paracadutismo acrobatico e la rapina in banca finale.
Ma il momento che rimane più impresso è di certo il "volo senza paracadute" di Keanu Reeves, forse perché rappresenta anche l'acme dell'inverosimiglianza narrativa del film (e quindi uno dei suoi momenti più divertenti).
Il cast, poi, è in stato di grazia. Reeves e il compianto Swayze fanno a gara di piacioneria: il primo, in preparazione della riprese, ha imparato a surfare da zero e continua a farlo ancora oggi come hobby (la stessa rivelazione la fa il suo personaggio nel malinconico epilogo); il secondo concede un'interpretazione ricca di sfumature, senza mai andare sopra le righe.
E che dire di Gary Busey? Quello del caustico sbirro Angelo Pappas è il suo ruolo della vita: mai l'attore texano è stato (e sarà) altrettanto spassoso e simpatico.
Segnaliamo inoltre il piccolo ruolo da agente infame di John C.McGinley (il Dott. Cox di Scrubs) e la comparsata di Anthony Kiedis, cantante dei Red Hot Chili Pepper (è il bullo con la coda che si spara in un piede).
Però non possiamo neppure nascondere il fatto che se questa pellicola piace ancora così tanto a distanza di tanti anni (già più di venti: incredibile...) in fondo è anche perché c'è un po' di Johnny Utah e di Bodhi (i due protagonisti) in tutti noi.
Chi infatti non è mai stato combattuto tra il desiderio di pace e l'impulso a lasciarsi andare, tra la calma e la voglia di sentire l'adrenalina in circolo?
Dai, non si può vedere un film così durante questa stagione: uno poi si immedesima...
Infatti Point Break è perfetto per l'estate.
Un'estate al limite.
E anche oltre.
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