CINEMA A BOMBA!

lunedì 23 settembre 2019

I CLASSICI: CAPTAIN MARVEL, L'EROINA CHE MANCAVA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2019
124'
Regia: Anna Boden, Ryan Fleck
Con: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Jude Law, Annette Bening, Ben Mendelsohn, Lee Pace, Lashana Lynch, Djimon Hounsou, Clark Gregg, Chris Evans, Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Don Cheadle, Stan Lee.


Vers (Larson) è una Kree, razza aliena in guerra contro gli avversari Skrull, e fa parte di una squadra militare addestrata dal carismatico Yon-Rogg (Law).

Non ha quasi alcun ricordo della propria vita, eccetto qualche flash che le fa sembrare di aver vissuto su un altro pianeta.
In compenso è dotata di straordinari poteri che i suoi compagni non possiedono.

Catturata durante un'imboscata, si ritrova accidentalmente catapultata sulla Terra, a metà degli anni 90.
Qui avrà modo di allearsi con Nick Fury (Jackson), agente speciale dello S.H.I.E.L.D., e di scoprire finalmente la verità sul proprio passato.






Nel cinema supereroistico le donne hanno sempre avuto poco spazio o comunque ruoli di supporto, almeno fino a un paio di anni fa.
Senza considerare Supergirl, serial confinato comunque nel recinto televisivo, le cose hanno iniziato a cambiare soltanto a partire da Wonder Woman (nota: entrambe sono produzioni DC).

Il bellissimo lungometraggio dedicato all'amazzone della Justice League è stato un successo di critica e pubblico, è diventato il primo film di genere diretto da una donna (l'abile Patty Jenkins) ed è presto assurto a simbolo del nascente movimento #MeToo.

Per una volta, la Marvel è arrivata dopo.
Prima di Captain Marvel, nelle pellicole della Casa delle Idee i personaggi femminili erano sempre in secondo piano (eccetto forse Vedova Nera degli Avengers) e tutti i registi erano uomini.

Ma adesso anche il Marvel Cinematic Universe ha la propria eroina, una protagonista capace di incarnare i valori tipicamente femminili - sensibilità, intelligenza, coraggio... - e in cui ragazze e donne di ogni età possano facilmente immedesimarsi.

Scritto e co-diretto da Anna Boden insieme al socio e collega Ryan Fleck (Half Nelson), Captain Marvel è in sostanza l'anello di congiunzione tra Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, benché il suo ruolo nel secondo sia risultato in definitiva più marginale di quanto non avesse fatto supporre la scena post credits del primo.






Ottima la scelta dell'interprete principale.
Brie Larson, premiata con l'Oscar nel 2016 per l'inquietante Room, è l'attrice giusta per il ruolo: anziché puntare esclusivamente sulla propria fisicità, offre a Carol Danvers una vasta gamma di sfumature che la rendono tridimensionale e non scontata.

Interessante la schiera di comprimari, dalla quale emergono un misurato Clark Gregg e un Samuel L. Jackson particolarmente gigione (entrambi ringiovaniti digitalmente, come Michael Douglas in Ant-Man e Kurt Russell in Guardiani della Galassia Vol. 2).

Occhio alle comparsate eccellenti!
Nel suo penultimo cameo postumo, l'indimenticato Stan Lee omaggia Mallrats di Kevin Smith, dove "The Man" appariva nella parte di se stesso.
Vedova Nera, Hulk, War Machine e Capitan America compaiono invece in un'inedita sequenza post credits, ambientata temporalmente subito dopo Infinity War (Cap ha ancora la barba).

Tra colpi di scena (solo per chi non conosce il fumetto d'origine), viaggi spaziali, combattimenti epici, ammiccamenti pop e la consueta dose di umorismo e autoironia, Captain Marvel è già un classico del MCU e non tradisce le aspettative: andatevi a risentire l'episodio del BOMBCAST che vi avevamo dedicato!

Sarà interessante vedere come verrà sviluppato il personaggio nei prossimi capitoli "solisti", soprattutto dopo la clamorosa conclusione di Endgame.
Siamo però certi che il risultato sarà grandioso.

Anzi... meraviglioso.




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domenica 8 settembre 2019

VENEZIA 2019. VINCERE IL LEONE? UN... JOKER DA RAGAZZI!

Dall'alto: il direttore Alberto Barbera fa le bolle; Joaquin Phoenix fa San Tommaso col Leone d'Oro; lo svedese Roy Andersson se la ghigna. 


Prima il cartellone completo.
Poi il commento ad esso collegato.
Quindi l'elenco dei vincitori.

Se avete letto questi 3 post precedenti (o almeno l'ultimo), allora sapete già che Joker di Todd Phillips - lo stesso regista di Una Notte Da Leoni, non dimentichiamolo - ha vinto il Leone d'Oro della 76a Mostra del Cinema di Venezia.
E che, per quanto clamorosa, questa notizia non è affatto sorprendente.

Più sorprendente è il fatto che non sia stato premiato il suo protagonista, Joaquin Phoenix, con la Coppa Volpi.
Purtroppo, in base ad una regola sciocca, non è possibile assegnare due riconoscimenti alla stessa pellicola.
Peccato, perché la critica è stata unanime nell'incensare la sofferta performance dell'attore, che pure aveva già ottenuto il riconoscimento a Venezia 2012 - ex aequo col collega Philip Seymour Hoffman - per il suo ruolo in The Master di Paul Thomas Anderson.

Era già successo anni fa, proprio al Lido: Leone d'Oro a The Wrestler di Darren Aronofsky, ma bocca asciutta per il suo interprete Mickey Rourke, nonostante le lodi sperticate ricevute da tutti.
Ora come allora, la prestigiosa Coppa è finita nelle mani di un italiano: ieri Silvio Orlando, oggi Luca Marinelli (fortissimo in entrambi i casi il sospetto di un "contentino").

Phoenix tornerà a casa a mani vuote, ma ha avuto il merito di essere riuscito a dare nuove sfaccettature a un personaggio ingombrante e difficilissimo, già reso indimenticabile dalle interpretazioni passate di Jack Nicholson (clownesco e geniale in Batman) e Heath Ledger (psicopatico e minaccioso ne Il Cavaliere Oscuro).
Di certo ha surclassato il precedente Joker dandy e metrosessuale di Jared Leto (apparso nel deludente Suicide Squad).






Per quanto concerne le altre opere in programma, le sconfitte più cocenti sono quelle di J'Accuse di Roman Polański e di The Laundromat di Steven Soderbergh.
Il primo si è dovuto "accontentare" del Gran Premio della Giuria; a favore hanno giocato l'intensa interpretazione del mitico Jean Dujardin e, forse, la vertiginosa scollatura sfoggiata dalla Signora Polansky - ossia l'attrice Emmanuelle Seigner - sul red carpet.
Il secondo non ha ottenuto nulla, nonostante il consueto cast stellare.

Niente da fare anche per La Verité, film d'apertura della Mostra diretto da Hirokazu Kore'eda (già vincitore della Palma d'Oro a Cannes 2018 con Un Affare di Famiglia) e Ema dell'acclamato cineasta cileno Pablo Larraín (di cui avevamo assai apprezzato il politico No al Torino Film Festival di qualche anno fa).
Persino Marriage Story di Noah Baumbach, sodale di Wes Anderson, è stato ignorato, benché qualcuno ne abbia parlato in ottica di Oscar.

Per non parlare di Wasp Network di Olivier Assayas.
Il cineasta francese è un abitué dei festival, avendo già concorso a Venezia 2018, a Cannes 2016, a Cannes 2014 e Venezia 2012... Ma stavolta gli è andata male.

Chi invece gongola è lo svedese Roy Andersson, già Leone d'Oro a Venezia 2014.
Il suo About Endlessness non era certo tra i favoriti, ma ha conquistato il Leone d'Argento per la miglior regia, alla faccia della concorrenza.

Chi piange e chi ride, chi vince e chi perde, chi si esalta e chi si infuria.
Insomma, un'altra Mostra del Cinema.




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sabato 7 settembre 2019

VENEZIA 2019. I VINCITORI

Joaquin Phoenix (a destra) e il regista Todd Phillips col Leone d'Oro. 


Il ghigno dell'arcinemico di Batman ha conquistato Venezia.

Se avete letto l'elenco dei candidati e successivamente il nostro giudizio in merito, allora saprete che il verdetto della giuria presieduta dall'argentina Lucretia Martel è sì clamoroso, ma non inaspettato.
Le sorprese non sono mancate, comunque.

Scontati invece (perché preannunciati qualche mese fa), ma tutt'altro che immeritati, i Leoni d'Oro alla carriera a Julie Andrews, indimenticabile Mary Poppins, e a Pedro Almodóvar.

Prossimamente vi esporremo i nostri pensieri nel consueto post di commento, per ora leggetevi tutti i vincitori di questa edizione!






Leone d'oro al miglior film: Joker, regia di Todd Phillips

Leone d'argento per la miglior regia: Roy Andersson per Om det Oändliga

Leone d'argento - Gran premio della giuria: L'Ufficiale e la Spia, regia di Roman Polański

Premio speciale della giuria: La Mafia non è più Quella di una Volta, regia di Franco Maresco

Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Luca Marinelli per Martin Eden

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Ariane Ascaride per Gloria Mundi

Premio Osella per la migliore sceneggiatura: Yonfan per Jìyuántái Qīhào

Premio Marcello Mastroianni ad un attore o attrice emergente: Toby Wallace per Babyteeth

Leone d'oro alla carriera: Julie Andrews e Pedro Almodóvar

Premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker: Costa-Gavras




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