Sean Connery (con occhiali e barba) insieme a Harrison Ford sul set di Indiana Jones e l'Ultima Crociata.
Sir Sean Connery è stato uno dei più grandi attori di tutti i tempi.
Adorato per il suo fascino rude e un po' animalesco, ammirato per l'indubbio carisma e per le spesso sottovalutate doti recitative, il nostro ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo del cinema e nel cuore di molti fan.
Scozzese e orgoglioso di esserlo (non ha mai nascosto l'amore per la madrepatria e si è battuto fino all'ultimo per la sua indipendenza dal Regno Unito), Sean divenne celeberrimo per il ruolo di James Bond, ossia
l'agente segreto 007.
Fu il primo a ricoprire il ruolo. Il più iconico, il più amato.
Abbandonò la parte per non rimanenvi imprigionato e per dimostrare di essere un attore a tutto tondo.
Ci riuscì, diventando un divo del cinema e recitando - quasi sempre da protagonista - in una miriade di film.
Non potendo recensirle tutte, abbiamo provato a selezionare 8 pellicole che potessero riassumere sufficientemente la sua brillante carriera (escludendo volutamente
Indiana Jones e l'ultima Crociata, che riprenderemo in un futuro speciale dedicato all'avventuriero creato da Lucas e Spielberg).
Speriamo di esserci riusciti...
Pronti? Via!
Agente 007 - Missione Goldfinger (1964)
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Sean Connery ha legato la sua fama principalmente al personaggio di James Bond, agente segreto con licenza di uccidere nato dalla penna di Ian Fleming, che lo ha reso celeberrimo in tutto il mondo.
Il divo scozzese lo ha interpretato per ben 7 volte - in
Licenza di uccidere (1962),
Dalla Russia con amore (1963),
Missione Goldfinger (1964),
Thunderball-Operazione Tuono (1965),
Si vive solo due volte (1967),
Una cascata di diamanti (1971),
Mai dire mai (1983, non ufficiale,
remake di
Thunderball; diretto da Irvin Kerschner, lo stesso di
L'Impero colpisce ancora).
Ed è proprio con
Missione Goldfinger, il migliore della serie, che esplode definitivamente la Bond-mania: ritmo, sceneggiatura brillante, molta azione,
gadget futuristici, ben 3 bellissime Bond Girl (Tania Mallet, la recentemente scomparsa Honor Blackman e l'iconica Shirley Eaton tutta ricoperta d'oro), nemici indimenticabili (perfetti Gert Fröbe nella parte del magnate che dà il titolo al film e il wrestler Harold Sakata in quelli del letale maggiordomo coreano Oddjob), una sigla che rimane nelle orecchie (chi non ha mai canticchiato il motivo interpretato da Shirley Bassey?)...
Il regista Guy Hamilton ha saputo amalgamare molto bene materiali di prima qualità e ha avuto in Connery uno 007 pressoché impeccabile per fascino, ironia e
sex appeal.
Chi non ha mai visto
Agente 007 - Missione Goldfinger non può capire quanto e come Sean Connery sia entrato nell'immaginario collettivo.
Il Vento e il Leone (1975)
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
Uno scozzese che interpreta un capo berbero?
Beh, succede in
Il Vento e il Leone, storia di un guerrigliero che si oppone al colonialismo franco-spagnolo in Marocco e che per attirare l'attenzione del mondo rapisce una bella vedova americana (Candice Bergen) e i suoi figli, suscitando la reazione del sanguigno Presidente USA Theodore Roosevelt (Brian Keith, straordinario).
Non fatevi ingannare dalla premessa: la prova attoriale di Connery è una delle più convincenti per carisma e presenza scenica e la pellicola è tra le migliori che ha fatto.
Film avventuroso e romantico (nel miglior senso del termine),
Il Vento e il Leone può contare anche su una colonna sonora molto suggestiva (di Jerry Goldsmith) e sulla regia di quel personaggione che è John Milius.
A proposito di quest'ultimo: costui ha diretto
Un Mercoledì Da Leoni e
Conan Il Barbaro e ha sceneggiato, tra gli altri,
Ispettore Callaghan: il caso "Scorpio" è tuo!!,
Corvo rosso non avrai il mio scalpo,
Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan,
Apocalypse Now,
Caccia a Ottobre Rosso.
Non vi abbiamo impressionato?
Beh, allora pensate che il personaggio di Walter, interpretato da John Goodman in
Il Grande Lebowski dei fratelli Coen, è ispirato proprio a lui.
Quindi immaginate un film diretto da un tale soggettto e con Sean Connery: basterebbe solo questo per rendere
Il Vento e il Leone un film da vedere assolutamente.
L'Uomo che volle farsi Re (1975)
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E qui arriviamo all'interpretazione più amata dal nostro Sean - e non solo da lui.
Questa volta egli fa coppia con Michael Caine (futuro attore feticcio di
Christopher Nolan) - e che coppia! - ed è diretto da un altro grandissimo del cinema: John Huston (che qualcuno conoscerà solo per essere il padre di Anjelica, la Morticia dei film di
La Famiglia Addams).
Ma il regista di
Il Mistero del Falco (suo strepitoso esordio),
Il Tesoro della Sierra Madre,
Giungla d'Asfalto (che ha lanciato Marilyn Monroe),
La Regina d'Africa,
Moby Dick La Balena Bianca,
La Bibbia,
L'Uomo dai 7 Capestri,
Fuga per la Vittoria,
L'Onore dei Prizzi,
The Dead-Gente di Dublino è stato tra i cineasti più apprezzati (a ragione) di tutti i tempi e tra i maggiori autori di pellicole avventurose "di spessore".
L'Uomo che volle farsi Re è il suo adattamento dell'omonimo racconto di Rudyard Kipling (autore, lo ricordiamo, di
Il Libro della Giungla).
Ed è un adattamento con sceneggiatura, colonna sonora (di Maurice Jarre), scenografie, costumi e ambientazioni sontuosi.
Tutto gira alla perfezione, in questo film, a partire dall'alchimia dei due protagonisti: più gigione Caine, più carismatico Connery - che offre un'interpretazione molto incisiva e decisamente memorabile -, essi impersonano due imbroglioncelli che, sulle orme di Alessandro Magno, si recano nel montuoso Kafiristan (attualmente si chiama Nurestan ed è una regione dell'Afghamistan, al confine con il Pakistan).
Il loro obiettivo è di imporsi alle (a loro dire) arretrate tribù locali grazie all'uso delle armi da fuoco e di diventare dei signori della guerra.
Ma le cose non andranno proprio come sperato.
Colonialismo (nel 1975, un tema ancora attuale), rapporto tra Occidente "evoluto" e Oriente "sottosviluppato" e tra modernità e tradizione, massoneria, ambizione sfrenata e superomismo, l'incidenza della fortuna e del caso nella vita dell'Uomo, esotismo...: c'è molto in questo racconto di avventura, che per ritmo, contenuti, suggestioni, aspirazioni si pone, secondo noi, tra i migliori e più compiuti esempi del genere.
Un film da non perdere, quindi; e non solo per la presenza di Sean Connery.
Gli Intoccabili (1987)
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Chicago, anni 30.
Il giovane agente del Tesoro Elliot Ness (Kevin Costner) mette insieme una squadra speciale di Intoccabili - cioé di integerrimi - per far fronte alla corruzione dilagante e trovare il modo di incastrare il boss della malavita, Al Capone (Robert De Niro).
I suoi uomini sono: un contabile imbranato (Charles M. Smith), una giovane recluta italoamericana (Andy Garcia) e soprattutto un navigato poliziotto irlandese (Sean Connery).
Il copione del drammaturgo-cineasta David Mamet, le musiche di
Ennio Morricone, i vestiti di Giorgio Armani, il cast da capogiro: funziona tutto in questo
gangster movie, uno dei migliori degli anni 80.
Brian De Palma è il più manierista dei registi di Hollywood, ma qui realizza il proprio capolavoro.
Tra le sequenze memorabili: l'imboscata a cavallo con le guardie canadesi, omaggio al cinema
western; l'agguato "casalingo" del killer, girato con una soggettiva di sapore
hitchcockiano; la sparatoria alla stazione ferroviaria mentre una carrozzina cade dalle scale, esplicito ammiccamento a
La Corazzata Potëmkin.
Costner è già un protagonista carismatico,
De Niro è impressionante nella sua interpretazione da Actor's Studio (sotto gli indumenti indossa la vera biancheria appartenuta a Capone!), ma il migliore è proprio Connery, che infatti vinse con questo film il suo unico premio Oscar.
Caccia a Ottobre Rosso (1990)
(Clicca sulla locandina per vedere il trailer).
1984. Il capitano sovietico Marko Ramius (Connery), al comando di un sottomarino nucleare all'avanguardia, decide di disertare assieme ad un gruppo di ufficiali.
Fa rotta verso gli Stati Uniti per chiedere asilo politico e per consegnare il sommergibile.
I suoi movimenti sono intercettatti dall'esercito USA, che teme un attacco nucleare; ma solo un analista della Cia, Jack Ryan (Alec Baldwin), intuisce le intenzioni del militare.
Intenzioni che sono invece note all'esercito dell'URSS, che vuole distruggere il mezzo per impedire che finisca in mani nemiche.
Parte così una caccia serrata da entrambe le parti per fermare Ramius e il suo equipaggio.
Film di propaganda - nel 1989 era crollato il Muro di Berlino e l'Unione Sovietica, già in crisi, sarebbe collassata l'anno successivo - o di puro intrattenimento,
Caccia a Ottobre Rosso è stato comunque uno dei maggiori incassi del 1990 ed è una delle pellicole più celebri ambientate a bordo di sottomarini.
Ritmo,
suspence, azione sono condotti in modo brillante dallo specialista John McTiernan (
Predator,
Trappola di Cristallo,
Mato Grosso,
Last Action Hero,
Die Hard-Duri a Morire), che porta sullo schermo efficacemente un romanzo di Tom Clancy e che fa esordire il personaggio di Jack Ryan - successivamente interpretato da Harrison Ford in
Giochi di Potere e
Sotto il Segno del Pericolo, da Ben Affleck in
Al Vertice della Tensione, da Chris Pine in
Jack Ryan-L'Iniziazione e da John Krasinski nella serie televisiva
Jack Ryan.
A rubare la scena a tutti è ancora una volta lui: Sean Connery.
Ai tempi si è parlato più del presunto costo esagerato del parrucchino che indossa in scena e del fatto che egli abbia interpretato un personaggio russo con un marcato accento scozzese piuttosto che del film, che resta uno dei migliori prodotti d'azione hollywoodiani a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento.
La verità è che parrucchino o non parrucchino, accento o non accento, il nostro ha sempre garantito con la sua presenza buoni riscontri al botteghino, essendo uno dei volti e dei divi più riconoscibili e apprezzati dal pubblico di tutto il mondo.
Anche in questo caso, Connery ha dato al personaggio carisma e spessore, rendendolo una sorta di Capitano Nemo moderno e dinsincantato.
Un'altra grande prova da parte di un attore in grado di lasciare il segno sia nel cinema d'autore che nei
blockbuster.
Sol Levante (1993)
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Los Angeles. Una giovane squillo viene trovata uccisa durante una festa negli uffici di un grattacelo, sede di una rampante multinazionale giapponese.
Per scoprire l'omicida, il poliziotto incaricato del caso (Wesley Snipes) è costretto a chiedere la consulenza del saggio John Connor (Sean Connery), esperto di cultura nipponica...
Tratto liberamente da un controverso romanzo di Michael Crichton (
Jurassic Park), questo adattamento non vale tanto per l'intreccio in sé - il regista Philip Kaufman l'ha pesantemente rielaborato, modificando senza logica le etnie di alcuni personaggi e, ancora peggio, l'identità dell'assassino - quanto per la presenza di Connery.
Barba bianca e indumenti neri, il divo scozzese è palesemente a proprio agio in un personaggio scritto su misura per lui.
Non gigioneggia e non necessita di troppi dialoghi: usa il proprio carisma come una katana e buca lo schermo con uno sguardo.
Da segnalare, in ruoli di contorno, la partecipazione di Harvey Keitel (reduce da
Le Iene e prossimo a
Pulp Fiction e
Dal Tramonto all'Alba) e Steve Buscemi (memorabile, qualche anno più tardi, ne
Il Grande Lebowski).
Entrapment (1999)
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Una giovane agente assicurativa (Catherine Zeta-Jones) è incaricata di incastrare un anziano e abilissimo ladro di opere d'arte (Sean Connery).
Si finge una sua "collega" e preparano insieme prima il furto di una maschera cinese, poi addirittura un colpo leggendario a Kuala Lumpur.
Lei comincia a prenderci gusto, lui sospetta che lei faccia il doppio gioco.
A complicare le cose, tra i due nasce un sentimento...
Una trama assurda con protagonista una delle coppie più improbabili della storia del cinema. Eppure... funziona!
Nonostante la differenza d'età quasi quarantennale (!), la storia d'amore tra i due protagonisti risulta inaspettatamente credibile.
Il merito non è certo dell'inverosimile sceneggiatura, ma di due attori in stato di grazia.
Zeta-Jones, oltre che bellissima, è sorprendentemente atletica (le acrobazie sulle travi nella sala del castello sono effettuate senza controfigura) e appare a proprio agio soprattutto nel registro brillante.
Dal canto suo, Connery si concede un'ultima, divertita
performance da romantico guascone.
Curiosità: anche produttore, l'ex 007 è riuscito a rimanere sotto la soglia del
budget, risparmiando ben 2 milioni di dollari.
Scozzese in tutto e per tutto.
Scoprendo Forrester (2000)
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Un brillante studente afroamericano (Rob Brown), in cattivi rapporti col proprio professore di letteratura (F. Murray Abraham), entra in contatto col famoso romanziere William Forrester (Sean Connery), che da decenni vive da recluso dopo aver vinto il Premio Pulitzer per la sua unica opera letteraria.
Questi intuisce da subito il talento del ragazzo e i due decisono di darsi vicendevolmente una mano: il vecchio insegnerà al giovane l'arte della scrittura, il giovane aiuterà il vecchio a fare pace col proprio passato e uscire finalmente dal proprio isolamento.
Un rifacimento di
Will Hunting, con il buon Sean al posto del compianto
Robin Williams?
Non esattamente, ma i punti in comune sono parecchi e - guarda caso - il regista è lo stesso: Gus Van Sant.
Con un personaggio ispirato a J.D. Salinger e J.K. Toole, Connery offre la sua ultima, maiuscola interpretazione.
Il giovane Brown gli tiene testa ed è una rivelazione; peccato sia sparito dai riflettori.
Occhio pure alla comparsata di
Matt Damon nel finale.
Il soggetto di questa monografia girerà ancora un lungometraggio prima di ritirarsi (
La Leggenda degli Uomini Straordinari, adattamento "kitschissimo" di un fumetto di Alan Moore, lo stesso di
V per Vendetta), interrompendo la pensione solo per interpretare un'ultima volta James Bond in un videogioco (!) e per doppiare un film d'animazione indipendente (
Sir Billi, che forse un giorno vi recensiremo).
Ciao Sean, sei stato uno dei più grandi. Ci mancherai.
Ora e sempre...
Scotland Forever!
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