CINEMA A BOMBA!

giovedì 31 agosto 2023

I CORTI: PIZZA FRIDAY, QUATTRO TARTARUGHE ALLE SUPERIORI

Un cartone della pizza disegnato e firmato da Kevin Eastman (clicca per vedere il corto). 

USA, 2016
5'
Regia: Paul Jenkins
Voci originali: Courtney Eastman.


Grazie a un dispositivo in grado di cammuffare il loro aspetto, le Tartarughe Ninja assumono le sembianze di 4 adolescenti umani e accompagnano al liceo l'amica April (C. Eastman, moglie di Kevin; li abbiamo conosciuti entrambi a Cernobbio pochi mesi fa).

Secondo il menù della mensa scolastica è il giorno della pizza, ma prima di potersi godere la loro pietanza preferita i nostri eroi dovranno vedersela con un gruppo di studenti che non sono quello che sembrano...


Realizzato con una tecnica d'animazione elementare (pure troppo: grafica ed effetti sembrano quasi dilettanteschi), questo cortometraggio vale soprattutto per la divertente sceneggiatura scritta a 4 mani dal regista con... Kevin Eastman, co-creatore dei Turtles!

La memoria torna subito ad un altro breve cartone scritto dal mitico fumettista: Un Topo e Quattro Tartarughe, con la differenza che quello era parte di una serie (benché slegato dagli altri episodi), mentre questa è una parentesi a sé stante.

Dentro ci sono molti degli elementi che hanno reso famoso questo gruppo di anfibi antropoformi: i combattimenti, l'umorismo, gli inserti sci-fi.
Ingredienti di un franchise che resiste con successo da quasi 40 anni.

In attesa di poter vedere - e giudicare - il lungometraggio Tartarughe Ninja: Caos Mutante, uscito nelle sale americane a inizio mese ma in Italia rimandato di qualche settimana, Pizza Friday potrebbe essere un gustoso antipasto.

Per il momento... Cowabunga a tutte/i!


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mercoledì 30 agosto 2023

VENEZIA 2023. I FILM IN E FUORI CONCORSO

Dall'alto: una scena da The Caine Mutiny Court-Martial, ultima opera di William Friedkin; Bradley Cooper in Maestro; Michael Fassbender in The Killer di David Fincher; Emma Stone in Poor Things di Yorgos Lanthimos; una scena di El Conde di Pablo Larraín. 




Siamo arrivati all'edizione numero 80 della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica.

Nonostante le molte turbolenze che anche quest'anno scuotono il mondo della Settima Arte (vedi gli scioperi delle maestranze negli Stati Uniti, le polemiche sul politicalmente corretto e sulla rappresentanza e l'inclusione delle minoranze, la crisi dovuta alla concorrenza con le piattaforme di streaming), Venezia si conferma palcoscenico prestigioso per la presentazione di film d'autore di grandi nomi e di illustri sconosciuti in cerca di una ribalta.

Il direttore Alberto Barbera ha nuovamente allestito un cartellone ricco di titoli attesi e di novità che si spera facciano breccia nel cuore degli addetti ai lavori e degli appassionati.

Venezia 2022 era stata una kermesse piena di opere che avevano fatto discutere (un caso su tutti: Blonde), ma che comunque aveva colpito nel segno.

Vediamo se anche quest'anno la Mostra farà parlare di sé; ma nel frattempo vi segnaliamo le pellicole dalle quali ci aspettiamo di più.

Tra i film in concorso iniziamo con il film d'apertura, Comandante, diretto da Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino: è ispirato alla vicenda vera di un comandante di un sommergibile che nella Seconda Guerra Mondiale salva la vita dell'equipaggio di una nave nemica afffondata.

Sempre Favino è tra i protagonisti dell'atteso Adagio, su un ragazzo che si trova invischiato in una brutta storia ed è costretto a chiedere aiuto a due ex criminali; dirige il sempre interessante Stefano Sòllima.

Restando tra i titoli italiani, citiamo altresì Finalmente l'alba di Saverio Costanzo, un viaggio lungo una notte che cambierà la vita di una giovane comparsa di Cinecittà negli anni Cinquanta, nonché Io capitano di Matteo Garrone, epopea di due giovani che lasciano il Senegal per raggiungere l’Europa.

Come si può notare, particolarmente nutrita è quest'anno la pattuglia tricolore, completata con Enea di Pietro Castellitto e Lubo di Giorgio Diritti.

Ma i fari sono puntati soprattutto sulle opere d'Oltreoceano.

A cominciare da Maestro, diretto da Bradley Cooper, che proprio a Venezia aveva portato il suo precedente A Star is born.

Stavolta tratta la tormentata storia d'amore tra il celebre compositore Leonard Bernstein e la moglie Felicia.

Si affidano a vite celebri anche gli acclamati cineasti Michael Mann (Ferrari, sull'omonimo fondatore della casa automobilistica. Ogni film di Mann è per noi un evento: siamo molto curiosi), Sofia Coppola (Priscilla, sul matrimonio tra il divo Elvis Presley e la giovane Priscilla), Ava DuVernay (la cineasta afroamericana è tornata con Origin, sulla scrittrice Premio Pulitzer Isabel Wilkerson).

Febbrile è l'attesa per i nuovi lavori di David Fincher, The Killer (su un assassino che si vendica dei propri committenti), con Michael Fassbender (bentornato!) e Tilda Swinton, e del greco Yorgos Lanthimos (ricordate l'impatto che aveva avuto The Favourite?), Poor Things.

Ma non ci sentiamo di prendere sottogamba Memory di Michel Franco, con la sempre bravissima Jessica Chastain, il tedesco Die Theorie von Allem, giallo ambientato nelle Alpi svizzere, e soprattutto l'intrigante El Conde, commedia dark con sfumature horror, nella quale Pablo Larraín si immagina il dittatore cileno Augusto Pinochet come un vampiro.

Eccellente è anche la selezione dei film fuori concorso, a partire dall'ultima opera del grande William Friedkin, recentemente scomparso.

L'indimenticabile regista di Il Braccio Violento della Legge, L'Esorcista, Il Salario della Paura, Vivere e Morire a Los Angeles - nonché pupillo del nostro blog - verrà ricordato al Lido con la proiezione di The Caine Mutiny Court-Martial, tratto da un'opera teatrale che racconta del processo per ammutinamento nei confronti di un ufficiale di Marina costretto dalle circostanze a scavalcare il proprio superiore.

Conoscendo il Maestro, noi ci aspettiamo una lezione di cinema.

A proposito di grandi registi (sebbene molto molto controversi), lo sapete che a Venezia ci saranno il cinquantesimo film di Woody Allen (Coup de chance, ambientato a Parigi) e il venticinquesimo di Roman Polański (The Palace, prodotto tra gli altri da Luca Barbareschi, che narra del Capodanno del 2000 vissuto da un gruppo di ricchi debosciati in un lussusoso albergo svizzero)?

Ma fuori concorso troviamo pure un cortometraggio firmato Wes Anderson (The Wonderful Story of Henry Sugar, da un racconto di Roal Dahl), Hit Man di Richard Linklater (suo lo splendido Boyhood), un film che farà discutere come The Penitent (di e con Luca Barbareschi, ma prodotto da... Roman Polański! Scambio di favori, a occhio e croce), La sociedad de la nieve di Juan Antonio Bayona (su un disastro aereo), il surreale omaggio ad un gigante dell'arte del Novecento (Daaaaaali!), il provocatorio Aggro Dr1ft con il cantante Travis Scott diretto da Harmony Korine (quello del controverso Spring Breakers), documentari sul compositore giapponese Ryuichi Sakamoto e sul cantautore Enzo Jannacci.

Ecco comunque tutti i titoli delle sezioni principali.

Buona Mostra del Cinema a tutti!



In concorso

Adagio, regia di Stefano Sollima (Italia), con Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Adriano Giannini

Aku wa sonzaishinai, regia di Ryūsuke Hamaguchi (Giappone)

Bastarden, regia di Nikolaj Arcel (Danimarca, Germania, Svezia), con Mads Mikkelsen

La Bête, regia di Bertrand Bonello (Francia, Canada), con Léa Seydoux, George MacKay

Comandante, regia di Edoardo De Angelis (Italia), con Pierfrancesco Favino, Johan Heldenbergh - film d'apertura

El Conde, regia di Pablo Larraín (Cile)

Dogman, regia di Luc Besson (Francia), con Caleb Landry Jones

Enea, regia di Pietro Castellitto (Italia), con Pietro Castellitto, Sergio Castellitto, Matteo Branciamore

Ferrari, regia di Michael Mann (Stati Uniti d'America), con Adam Driver, Penélope Cruz, Shailene Woodley, Sarah Gadon, Gabriel Leone, Jack O’Connell, Patrick Dempsey

Finalmente l'alba, regia di Saverio Costanzo (Italia), con Lily James, Alba Rohrwacher, Willem Dafoe

Holly, regia di Fien Troch (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia)

Hors-Saison, regia di Stéphane Brizé (Francia), con Guillaume Canet, Alba Rohrwacher

Io capitano, regia di Matteo Garrone (Italia, Francia)

Kobieta z..., regia di Małgorzata Szumowska e Michał Englert (Polonia, Svezia)

Lubo, regia di Giorgio Diritti (Italia, Svizzera), con Franz Rogowski

Maestro, regia di Bradley Cooper (Stati Uniti d'America), con Carey Mulligan, Bradley Cooper, Matt Bomer, Maya Hawke

Memory, regia di Michel Franco (Messico, Stati Uniti d'America), con Jessica Chastain, Peter Sarsgaard

Origin, regia di Ava DuVernay (Stati Uniti d'America), con Aunjanue Ellis-Taylor, Jon Bernthal, Vera Farmiga, Nick Offerman, Blair Underwood, Connie Nielsen, Finn Wittock

The Killer, regia di David Fincher (Stati Uniti d'America), con Michael Fassbender, Tilda Swinton

Povere creature! (Poor Things), regia di Yorgos Lanthimos (Irlanda), con Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Margaret Qualley, Hanna Schygulla

Priscilla, regia di Sofia Coppola (Stati Uniti d'America), con Cailee Spaeny, Jacob Elordi

Die Theorie von Allem, regia di Timm Kröger (Germania, Austria, Svizzera)

Zielona granica, regia di Agnieszka Holland (Repubblica Ceca, Polonia, Belgio)


Fuori concorso

Fiction

The Caine Mutiny Court-Martial, regia di William Friedkin (Stati Uniti d'America), con Kiefer Sutherland, Jason Clarke, Jake Lacy, Lance Reddick

Aggro Dr1ft, regia di Harmony Korine (Stati Uniti d'America), con Jordi Molla, Travis Scott

Coup de chance, regia di Woody Allen (Francia, Regno Unito)

Daaaaaali!, regia di Quentin Dupieux (Francia)

Hit Man, regia di Richard Linklater (Stati Uniti d'America)

Making Of, regia di Cédric Kahn (Francia)

L'ordine del tempo, regia di Liliana Cavani (Italia, Belgio), con Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Valentina Cervi

The Palace, regia di Roman Polański (Italia, Polonia), con Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Joaquim De Almeida, Luca Barbareschi, Mickey Rourke

The Penitent, regia di Luca Barbareschi (Italia), con Luca Barbareschi, Catherine McCormack

La sociedad de la nieve, regia di Juan Antonio Bayona (Spagna, Uruguay, Cile) - film di chiusura

Vivants, regia di Alix Delaporte (Francia, Belgio)

La meravigliosa storia di Henry Sugar, regia di Wes Anderson (Stati Uniti d'America), con Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel, Ben Kingsley, Richard Ayoade

Xuěbào, regia di Pema Tseden (Cina)


Non fiction

Amor, regia di Virginia Eleuteri Serpieri (Italia, Lituania)

Frente a Guernica, regia di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (Italia)

Hollywoodgate, regia di Ibrahim Nash'at (Germania, Stati Uniti d'America)

Ryūichi Sakamoto: Opus, regia di Neo Sora (Giappone)

Enzo Jannacci vengo anch'io, regia di Giorgio Verdelli (Italia)

Menus plaisirs - Les Troisgros, regia di Frederick Wiseman (Francia, Stati Uniti d'America)



Cortometraggi

Welcome to Paradise, regia di Leonardo Di Costanzo (Italia)



Serie

D'argent et de sang, regia di Xavier Giannoli e Frédéric Planchon – serie TV, 12 episodi (Francia), con Vincent Lindon, Olga Kurylenko

Znam kako dišeš, creata da Jasmila Žbanić – serie TV, episodi 1x01-1x02 (Bosnia ed Erzegovina)



Orizzonti

Lungometraggi

A cielo abierto, regia di Mariana e Santiago Arriaga (Messico, Spagna)

Domakinstvo za pocetnici, regia di Goran Stolevski (Macedonia del Nord, Polonia, Croazia, Serbia, Kosovo)

En attendant la nuit, regia di Céline Rouzet (Francia, Belgio)

The Featherweight, regia di Robert Kolodny (Stati Uniti d'America)

Gasoline Rainbow, regia di Bill e Turner Ross (Stati Uniti d'America)

Hokage, regia di Shin'ya Tsukamoto (Giappone)

Invelle, regia di Simone Massi (Italia, Svizzera)

Magyarázat mindenre, regia di Gábor Reisz (Ungheria, Slovacchia)

Paradiset brinner, regia di Mika Gustafson (Svezia, Italia, Danimarca, Finlandia)

El paraíso, regia di Enrico Maria Artale (Italia)

The Red Suitcase, regia di Fidel Devkota (Nepal, Sri Lanka)

Sem coração, regia di Nara Normande e Tião (Brasile, Francia, Italia)

Ser ser salhi, regia di Lkhagvadulam Purev-Ochir (Mongolia, Francia, Portogallo, Paesi Bassi, Germania)

Una sterminata domenica, regia di Alain Parroni (Italia, Germania, Irlanda)

Tatami, regia di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi (Georgia, Stati Uniti d'America)

Yurt, regia di Nehir Tuna (Turchia, Germania, Francia)

Warāʾa al-jabal, regia di Mohamed Ben Attia (Belgio, Tunisia, Francia, Italia)



Cortometraggi in concorso

Aitana, regia di Marina Alberti (Spagna)

Area Boy, regia di Iggy London (Regno Unito)

Bogotá Story, regia di Esteban Pedraza (Colombia)

Cross My Heart and Hope to Die, regia di Sam Manacsa (Filippine)

Dar sāye sarv, regia di Hossein Molayemi e Shirin Sohani (Iran)

Dive, regia di Aldo Iuliano (Italia)

Duan pian gùshì, regia di Lang Wu (Cina)

Et si le soleil plongeait dans l’océan de nues, regia di Wissam Charaf (Francia, Libano)

The Meatseller, regia di Margherita Giusti (Italia)

Sea Salt, regia di Henrik Dyb Zwart (Repubblica Ceca, Libano)

Sentimental Stories, regia di Xandra Popescu (Germania)

A Short Trip, regia di Erenik Beqiri (Francia)

Wander to Wonder, regia di Nina Gantz (Paesi Bassi, Belgio, Francia, Regno Unito)



Orizzonti Extra

Bota jonë, regia di Luàna Bajrami (Kosovo, Francia)

Day of the Fight, regia di Jack Huston (Stati Uniti d'America)

Felicità, regia di Micaela Ramazzotti (Italia)

L'Homme d’argile, regia di Anaïs Tellenne (Francia)

In the Land of Saints and Sinners, regia di Robert Lorenz (Irlanda)

Nazavždy-Nazavždy, regia di Anna Burjačkova (Ucraina, Paesi Bassi)

Pet Shop Boys, regia di Olmo Schnabel (Stati Uniti d'America, Italia, Regno Unito, Messico)

El rapto, regia di Daniela Goggi (Argentina, Stati Uniti d'America)

Stolen, regia di Karan Tejpal (India)



Settimana internazionale della critica

In concorso

About Last Year, regia di Dunja Lavecchia, Beatrice Surano e Morena Terranova (Italia)

Hoard, regia di Luna Carmoon (Regno Unito)

Life Is Not a Competition, But I'm Winning, regia di Julia Fuhr Mann (Germania)

Love Is a Gun, regia di Lee Hong-chi (Hong Kong, Taiwan)

Malqueridas, regia di Tana Gilbert (Cile, Germania)

Sky Peals, regia di Moin Hussain (Regno Unito)

The Vourdalak, regia di Adrien Beau (Francia)



Fuori concorso

God Is a Woman, regia di Andrés Peyrot (Francia, Svizzera, Panama) - film d'apertura

Passione critica, regia di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pistagnesi (Italia)

Vermin, regia di Sébastien Vaniček (Francia, Marocco) - film di chiusura



Cortometraggi in concorso

De l'amour perdu, regia di Lorenzo Quagliozzi (Italia)

Foto di gruppo, regia di Tommaso Frangini (Italia)

It Isn't So, regia di Fabrizio Paterniti Martello (Italia)

La linea del terminatore, regia di Gabriele Biasi (Italia)

Las memorias perdidas de los árboles, regia di Antonio La Camera (Italia, Spagna)

Pinoquo, regia di Federico Demattè (Italia)

We Should All Be Futurists, regia di Angela Norelli (Italia)



Cortometraggi fuori concorso

Incontro di notte, regia di Liliana Cavani (Italia) - cortometraggio d'apertura

Tilipirche, regia di Francesco Piras (Italia) - cortometraggio di chiusura



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sabato 26 agosto 2023

I DOC: MISS AMERICANA, A PROPOSITO DI TAYLOR

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2020
85'
Regia: Lana Wilson
Con: Taylor Swift, Jack Antonoff, Joe Alwyn, Dixie Chicks, Brandon Urie, Tom Hiddleston, Kanye West, Donald Trump.


Taylor Swift è probabilmente l'artista - anzi, la donna - americana più influente e di successo dell'ultimo ventennio.
Unica cantante nella storia ad aver venduto oltre un milione di copie per 5 dei suoi album solo nel proprio paese, detiene il record globale di streaming su Spotify, oltre a 12 Grammy, innumerevoli altri premi e - attualmente - 101 menzioni nel Guinness dei Primati.

Ovvio che prima o poi qualcuno le dedicasse un documentario: Miss Americana (titolo preso in prestito da una delle sue canzoni) ripercorre le tappe principali della carriera della bionda cantautrice, dagli esordi country quando era ancora adolescente fino all'anno prima della Pandemia, soffermandosi in particolare sul biennio 2018-2019.

Sorvolando (fortunatamente) quasi del tutto sulle sue gossipatissime relazioni sentimentali (tra i suoi numerosi e brevi flirt ce n'è stato uno anche con l'attore inglese Tom Hiddleston, il Loki degli Avengers), la regista Wilson è riuscita a offrire un ritratto intimo e delicato di Taylor, bilanciando la sua sfera privata con la sua attività musicale in maniera più efficace di altri docufilm simili come Life in Pink.

Ne emerge l'immagine di una ragazza fragile e determinata, insicura e sincera, capace di sfidare tanto l'establishment discografico quanto l'allora presidente Trump.
Una giovane donna che non si spaventa né di prendere posizione a favore dei diritti civili - in un mondo dove esprimere le proprie idee politiche può compromettere seriamente una carriera - né di parlare dei propri problemi personali.

I disturbi alimentari, il processo per molestie (vinto il primo dopo aver subìto le seconde), la pressione dei media, gli insulti sessisti del web e di alcuni colleghi famosi (tipo il volgare rapper Kanye West), la difficoltà di farsi strada - come donna e come musicista - in un ambiente ancora fortemente patriarcale: tutti ostacoli che Swift ha superato grazie al proprio carattere e sopratutto al proprio songwriting.

Le sue canzoni diventano quindi una valvola di sfogo, il proprio diario personale che la nostra canta con accorato trasporto, accompagnata da folle di fan adoranti che conoscono a memoria ogni singolo verso e lo gridano a squarciagola insieme a lei, in una sorta di rito catartico collettivo.

È il punto di forza di un'artista dalle molte sfaccettature, capace di spaziare - con ottimi risultati, peraltro - anche in altri campi, come la regia cinematografica: (ri)vedasi il cortometraggio All Too Well.

Miss Americana non offre - questo è il limite di tutte le monografie - un ritratto completo di Taylor Swift, ma è sufficientemente esauriente sia per chi vorrebbe conoscere questo affascinante personaggio sia per gli "swifties" più devoti.


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martedì 1 agosto 2023

I CORTI: UN TOPO E QUATTRO TARTARUGHE, LE ORIGINI SEGRETE DEI TURTLES

(Un fotogramma del cortometraggio). 

USA, 2017
21'
Regia: Alan Wan
Voci originali: Seth Green, Sean Astin, Rob Paulsen, Greg Cipes, Nolan North.


Il topo umanoide Splinter, maestro di ninjitsu, racconta ai propri figli/allievi - 4 tartarughe antropomorfe - la storia delle loro origini: come avvenne la mutazione, come fuggirono dagli alieni robotici kraang e come trovarono casa nelle fogne.

Alla fine consegna ad ognuno di loro delle armi con le quali difendersi e specializzarsi: due katane, un paio di nunchah, un bastone bo e una coppia di pugnali sai.


Le origini delle Tartarughe Ninja come non erano state ancora raccontate, narrate per l'occasione da uno sceneggiatore d'eccezione: Kevin Eastman in persona!

Unico dei 2 co-creatori dei Turtles ancora in attività (l'altro, Peter Laird, da qualche anno è serenamente in pensione), l'artista firma il copione di quello che di fatto è un episodio speciale e a sé stante del serial animato iniziato nel 2012.

Lo fa frullando insieme elementi da quasi tutte le incarnazioni precedenti: i fumetti underground originali, la serie tv per bambini degli anni 80, la prima trilogia di film in live action.

Il risultato è una versione dei personaggi "nuova", ma al contempo "tradizionale", in grado di accontentare i fan di ogni età.

Di per sè, il cortometraggio è divertente e tenero, a tratti quasi commovente.
Tra le righe è una parabola su quell'avventura entusiasmante e complessa che è la paternità: in fondo, Splinter non è altro che uno dei tanti genitori single alle prese con la crescita e l'educazione dei propri figli.

Il doppiaggio originale presenta voci riconducibili a una manciata di nomi famosi o quantomeno noti: si va da Seth Green (Howard il Papero nella trilogia dei Guardiani della Galassia) a Sean Austin (lo hobbit Sam de Il Signore degli Anelli), passando per il veterano Nolan North (già visto e ascoltato in Uncharted).

Realizzato con una tecnica digitale semplice ma efficace, Un Topo e Quattro Tartarughe è lo sguardo affezionato e grato di un autore alle proprie creazioni, un corto imperdibile per tutti gli appassionati.

A proposito di appassionati, gli amanti dei 4 fratelli anfibi attendono con ansia l'ormai imminente uscita del nuovo lungometraggio animato.
Tartarughe Ninja: Caos Mutante - scritto e prodotto dal comico Seth Rogen - non vede il coinvolgimento di Eastman né tantomeno di Laird, ma già registra un hype alle stelle.

Rimanete sintonizzate/i e aspettate la nostra recensione.
Nel frattempo... COWABUNGA!


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