CINEMA A BOMBA!

venerdì 31 ottobre 2025

I CLASSICI: PROFONDO ROSSO, ARGENTO VIVO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

Italia, 1975
127'
Regia: Dario Argento
Interpreti: David Hemmings, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Eros Pagni, Clara Calamai, Dario Argento (non accreditato).


Un musicista inglese in trasferta in Italia (Hemmings) è testimone dell'omicidio di una sensitiva.
Pur riluttante, inizia a indagare con l'aiuto di un'esuberante giornalista (Nicolodi).

Ma la catena di efferatezze è appena cominciata, e per fermarla il nostro dovrà ripescare dalla propria memoria un dettaglio dimenticato del luogo del delitto...


Per il 50° anniversario dall'uscita nelle sale, ecco il film più famoso e celebrato di uno dei cineasti più talentuosi e visionari del Belpaese.

Con Profondo Rosso, Dario Argento si è consacrato come il principe del "giallo" all'italiana, non diversamente da come Sergio Leone - un altro autore romano - era divenuto il maestro del western spaghetti, pochi anni prima.

È un'opera di transizione, in continuità con i thriller ad enigma precedenti (a partire dall'esordio di L'Uccello dalle Piume di Cristallo), ma in cui il regista innesta elementi che saranno la cifra degli horror paranormali che seguiranno (da Suspiria in poi).

Il risultato è un mystery parapsicologico e onirico, notturno e splatter, dove gli ambienti e l'atmosfera contano più della storia e dei personaggi.

Come dimosterà anche il successivo e affascinante Opera, Argento è un autore di forma, non di sostanza.
L'intreccio narrativo è ingarbugliato, improbabile, con buchi logici e protagonisti bidimensionali, ma la messinscena è di alto livello.

Il punto forte del regista è sempre stato un virtuosismo tecnico non banale, che riscatta i limiti della pellicola e l'ha resa un cult intramontabile.
Basti pensare alla scena del primo assassinio o la sequenza nella villa.

Una menzione speciale alle memorabili musiche dei Goblin, giovane (allora) prog band che tornerà a collaborare col cineasta romano nella versione europea di Zombi di George A. Romero.

Stilisticamente più vicino al manierista Brian De Palma (quello de Gli Intoccabili) che al maestro del brivido Alfred Hitchcock (al quale è stato spesso e impropriamente paragonato), Dario ha trovato qui la formula giusta.

A 50 anni di distanza, Profondo Rosso è ancora una pietra miliare nel cinema di genere italiano (e non solo), un'opera perfetta da rivedere - o da scoprire - alla sera della vigilia di Ognissanti...


Leggete tutte le recensioni degli anni scorsi cliccando sui link che trovate nell'elenco sottostante.
Buon Halloween dall'intera Redazione di CINEMA A BOMBA!

2013: Halloween.
2014: Nightmare.
2015: Venerdì 13 - Jason X.
2016: Plan 9 From Outer Space.
2017: Lo Squalo.
2018: Auguri per la tua Morte.
2019: Dal Tramonto all'Alba.
2020: Bubba Ho-Tep.
2021: Nosferatu.
2022: La Cosa.
2023: L'Albero del Male.
2024: Opera.


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giovedì 23 ottobre 2025

I CLASSICI: MIRAL, IL CONFLITTO DI RULA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA/Francia/Italia/Palestina, 2010
112'
Regia: Julian Schnabel
Interpreti: Freida Pinto, Yasmine Al Masri, Ruba Blal, Vanessa Redgrave, Stella Schnabel, Willem Dafoe.


La storia di Miral (Pinto), ragazzina palestinese ospite di un istituto adibito alla cura di bambini orfani o feriti dagli attacchi isrealiani.

La sua vita giunge ad un bivio quando deve decidere se unirsi alla resistenza o lasciare il paese per proseguire gli studi e avere una vita migliore.


Co-produzione internazionale, è il 4° lungometraggio diretto dal celebre pittore newyorkese Julian Schnabel; ma più che a lui appartiene alla giornalista italo-palestinese Rula Jebreal, che l'ha sceneggiato adattando il proprio romanzo omonimo e semi-autobiografico.

Ai tempi i due avevano una relazione: il fatto che lei sia araba e lui ebreo la rende ancora più peculiare dell'ampia differenza d'età (22 anni) e dice qualcosa sulla complessità dei rapporti umani.

Ma anche sul loro coraggio nel realizzare un'opera che non guarda in faccia nessuno e cerca di trovare una posizione equidistante tra il terrorismo "di stato" isrealiano e quello "tradizionale" di Hamas.

Intenzioni lodevoli, ma il risultato lascia sinceramente un po' a desiderare: i dialoghi sono spesso didascalici, il tono affettato, la scelta della protagonista discutibile.

Pinto (che avremmo poi rivisto in Knight of Cups di Terrence Malick) se la cava, ma c'era bisogno di affidare ad un'attrice indiana il ruolo di una ragazza araba?

Julian come regista ha fatto film più riusciti, Rula come sceneggiatrice se la cava meno bene che in veste di giornalista.
Sarà per questo che nel bel documentario di Pappi Corsicato sul primo la seconda non viene neppure nominata?

La risposta non è importante, e neppure il fatto che Miral non sia un capolavoro.
È un film che parla di pace, accettazione e speranza; e di questi tempi - 15 anni più tardi - è comunque meglio di niente.


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mercoledì 15 ottobre 2025

I CLASSICI: IO E ANNIE, L'OMAGGIO DI WOODY ALLA MUSA DIANE

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USA, 1977
93'
Regia: Woody Allen
Interpreti: Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts, Paul Simon, Christopher Walken, Jeff Goldblum, Laurie Bird, Marshall McLuhan.


New York: il comico Alvy Singer (Allen) incontra l'insicura Annie Hall (Keaton).
I due iniziano una relazione che avrà alti e bassi, e li porterà a riflettere sulla vita e sull'amore.


Una delle commedie più belle di Woody Allen e della storia del cinema, vinse 4 Oscar meritatissimi (miglior film, regia, sceneggiatura e attrice) e segnò un punto di svolta nella carriera del cineasta newoyorkese, che smise di essere "solo" un comico e divenne ciò che sarebbe rimasto per gli anni a venire: un Autore.

Io e Annie è, tra le altre cose, anche un omaggio alla musa, amica ed ex fidanzata Diane Keaton - purtroppo recentemente scomparsa - a partire dal titolo originale, Annie Hall (rispettivamente il suo nomignolo e il suo vero cognome).

Woody le costruisce intorno l'intera pellicola, rendendola la vera protagonista della storia.
Lei lo ripaga con la sua migliore performance in assoluto nel registro brillante (ricordiamo che era pure un'ottima attrice drammatica).

Esaltato dalla fotografia di Gordon Willis (ma quanto è bella New York City in questo film?!) e dal copione scritto a 4 mani col fido Marshall Brickman, Allen costruisce uno dei suoi lungometraggi più delicati e divertenti, alternando pause introspettive a momenti di umorismo puro.

Sono presenti così tante scene memorabili che sarebbe impossibile elencarle tutte.
Ci limitiamo a ricordare: l'incipit col protagonista che si rivolge agli spettatori; i ricordi dell'infanzia; la coda al cinema (in cui compare il filosofo McLuhan nel ruolo di se stesso); gli scambi verbali tra Alvy e il suo migliore amico (Roberts); la visita a casa della famiglia di Annie; i flashback sulle precedenti relazioni di lei.

Per non parlare delle battute! Solo alcune:
Amore è un termine troppo debole; ecco, io ti "straamo", ti "adamo", ti "abramo"!
Chi non sa far niente insegna e chi non sa insegnare insegna ginnastica; quelli che neanche la ginnastica credo li destinassero alla nostra scuola.
Non voglio vivere in una città dove il solo progresso culturale è che puoi curvare a destra col semaforo rosso.
Devo guadagnarmi il caviale quotidiano.
(Vado dallo psicanalista) da 15 anni (...), gli concedo un altro anno e poi vado a Lourdes.
Sapete come si cerchi di arrivare alla perfezione almeno nell'arte, perché è talmente difficile nella vita.

Occhio anche alle comparsate eccellenti: oltre ad un paio di "saranno famosi" - tipo Christopher Walken di Dune e Jeff Goldblum di Jurassic Park - spuntano il cantautore Paul Simon e la sfortunata Laurie Bird (quella di Strada a Doppia Corsia, ricordate?).

Commedia romantica e intellettuale per eccellenza, Io e Annie è - insieme al successivo Manhattan - il capolavoro del regista di Midnight in Paris e Un Colpo di Fortuna.
Una pietra miliare della storia del cinema, da vedere e rivedere... anche solo per Diane Keaton.


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mercoledì 8 ottobre 2025

GLI INEDITI: NIGHT MOVES, SE LA DIGA DILAGA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2013
113'
Regia: Kelly Reichardt
Interpreti: Jesse Eisenberg, Peter Sarsgaard, Dakota Fanning, James LeGros.


Un trio di ambientalisti radicali si incontra per progettare e compiere un'azione di sabotaggio: l'obiettivo è far saltare in aria una diga che sta danneggiando l'ecosistema.

Il gruppo compra così una barca e del fertilizzante per assemblare una bomba artigianale, ma le cose non vanno esattamente come avevano immaginato...


Questo è uno di quei casi in cui è lecito dubitare dell'effettiva competenza dei distributori cinematografici italiani.

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2013, Night Moves non è mai uscito nelle nostre sale, rimanendo un inedito non facilmente fruibile neppure in versione originale sulle piattaforme di streaming.

Inspiegabile, specie considerato che tratta temi - l'ecologismo militante, la salvaguardia di ambiente e paesaggio, l'acqua come bene pubblico... - decisamente attuali in quegli anni (anche adesso, a dire il vero).

La regista adotta un approccio piuttosto distaccato, prediligendo la dimensione umana a quella ideologica.
Prima ancora che una parabola morale, è uno studio di personaggi, tre "ribelli con una causa" la cui etica senza compromessi li porta a compiere azioni estreme.

Del trio protagonista i più bravi sono Sarsgaard (futuro vincitore della Coppa Volpi dieci anni dopo) e Fanning (vista in La Tela di Carlotta e succesivamente in C'era una Volta... a Hollywood).

Eisenberg (To Rome with Love, Batman v Superman) appare invece un po' fuori parte in un ruolo più adatto, ad esempio, a Paul Dano (l'Enigmista di The Batman), mentre in una particina si rivede anche James LeGros (era uno dei surfisti-rapinatori di Point Break, ricordate?).

Cupo, ma non pessimista, con un finale aperto che lascia spazio al dibattito, Night Moves sembra un adattamento non ufficiale di The Monkeywrench Gang di Edward Abbey (storico romanzo di propaganda "verde" degli anni 70) o una versione fiction del documentario If a Tree Falls.

Un film da vedere - anche in scuole (superiori) e università - e di cui discutere, non da relegare a festival e home video.


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