CINEMA A BOMBA!

venerdì 31 maggio 2024

GLI INEDITI: GODZILLA-MINUS ONE, LETTERS FROM GOJIRA

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

Giappone, 2023
125'
Regia: Takashi Yamazaki
Interpreti: Ryunosuke Kamiki, Minami Hamabe, Yuki Yamada, Munetaka Aoki, Hidetaka Yoshioka, Kuranosuke Sasaki.


Qualche mese fa è uscito un po' in sordina Godzilla: Minus One, l'ultima pellicola di produzione nipponica dedicata al celebre personaggio, che quest'anno compie... 70 anni!

Un'opera che ha fatto gridare molti al capolavoro, al punto che qualcuno la considera la migliore di tutta la serie (tra questi Gareth Edwards, regista del Godzilla del 2014, e il supernerd Kevin Smith).

Abbiamo chiesto un'opinione a Gabriele, fan del nostro blog e massimo esperto - tra coloro che conosciamo - del famoso lucertolone anfibio.
Quella che trovate qui sotto è la sua prima recensione per CINEMA A BOMBA!


Quando il primo Godzilla vide la luce, nell’ormai lontano 1954, la situazione geopolitica del Giappone era quella di un paese che provava - riuscendoci - a rialzarsi dopo un sanguinoso conflitto mondiale che l’aveva visto non solo sconfitto, ma anche dalla parte del “torto” dal punto di vista storico.
Al punto da rendere quasi giustificabile agli occhi del mondo occidentale l’orrore delle due devastanti bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki.

In questo contesto, il mostro atomico rappresentava la paura presente nelle menti degli spettatori di allora, al punto che Gojira (crasi di gorira, cioè "gorilla", e kujira, ossia "balena") era stato classificato a tutti gli effetti come un film horror.

Oggi, nel 2024, dopo decine di pellicole dove il nostro lucertolone preferito ne ha viste di ogni, lo standard sono diventati i film d’intrattenimento della Legendary, dove troviamo Godzilla che fa un suplex a King Kong e Mothra con le sue fatine magiche (vedi il recentissimo Godzilla e Kong-Il Nuovo Impero e il precedente Godzilla vs. Kong).

Godzilla-Minus One prende invece tutt’altra direzione.
È un horror drammatico innestato sul trauma di una nazione che ha appena perso una guerra che aveva cominciato, e che quindi cerca di tirare avanti e sopravvivere nonostante un senso di colpa formato mostro preistorico.

Siamo nel 1946, la guerra è appena finita e il giovane Shikishima cerca di sopravvivere, tra il senso di colpa del sopravvissuto e l’onta di essere stato un pilota kamikaze che non ha avuto il coraggio di portare a termine la propria missione.
A questo si aggiunge una sindrome post-traumatica da stress, non tanto per la guerra in sé, ma per l’incontro con un Titano che ha massacrato i suoi commilitoni, nel flashback che dà inizio al film.

Lo stesso lucertolone poi, si ripresenterà di lì a poco per radere al suolo Ginza, il centro economico di una Tokyo che prova a rialzarsi dopo i bombardamenti della guerra, trascinado un Giappone già stremato ancora più giù (ecco spiegato il "meno uno" del titolo).
Allora come sconfiggere un essere apparentemente indistruttibile?

GMO è quindi un ritorno alle origini, col mostrone a fungere da gigantesca metafora semovente: in questo caso non più il pericolo atomico, ma l’ineluttabilità di un destino che il comune cittadino può solo subire in quando soggetto alle decisioni dei potenti.
Alla fine sarà la forza di volontà e la caparbia determinazione dei comuni cittadini a (tentare di) risolvere la situazione, cercando una soluzione alle incursioni del mostro mentre la politica è persa in burocrazia e immobilismo.

Ovviamente non vi è nessuna continuity con gli altri film, si tratta di un reboot a tutti gli effetti.
Per ora non è chiaro se ci sarà un sequel o meno, anche visti gli accordi commerciali di distribuzione esistenti tra Toho e Legendary che tarpano molto le potenzialità della prima sul mercato globale.

È per questo motivo che il film è stato distribuito nelle sale italiane solo per una settimana a dicembre 2023, prima di sparire per far posto alla nuova pellicola americana (il succitato Godzilla e Kong): gli accordi prevedono che non possano uscire due film di Godzilla nello stesso anno solare…

Un accenno agli effetti speciali che sono valsi l’Oscar al film: il mostro è ben animato, i movimenti sono realistici anche se a volte si ha un po’ l’impressione di trovarsi nella cutscene di un videogioco di lusso, specie quando ci sono sullo schermo anche le navi.
Assolutamente soddisfacente la dose di distruzione e lo screen time del bestione, che non si risparmia e regala un paio di sequenze veramente adrenaliniche (tra cui un inseguimento in mare stile Lo Squalo).

Quindi cercate di vederlo sullo schermo più grande che riuscite a trovare, perché merita davvero.

Gabriele


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lunedì 27 maggio 2024

CANNES 2024. IL DECLINO DEL FESTIVAL (E VENEZIA GONGOLA)

Dall'alto: Sean Baker (a destra) con la Palma d'Oro consegnatali nientemeno che da George Lucas; Lucas abbracciato da Francis Ford Coppola; Selena Gomez (a sinistra) e Zoe Saldana migliori attrici.


Come abbiamo visto sabato, è stato Anora, diretto dal regista americano Sean Baker, ad aggiudicarsi la Palma d'Oro di questo Festival di Cannes.

La pellicola indipendente non era stata neppure contemplata nei pronostici, sicché il verdetto ha spiazzato tutti gli addetti ai lavori e generato una slavina di critiche nei confronti della Giuria e in particolare della presidentessa Greta Gerwig.

L'autrice di Barbie sarà abituata, essendo - ammettiamo di non sapere esattamente perché - una delle persone più malviste ad Hollywood.
Ma di certo questa polemica finale è servita almeno a colorare un po' un'edizione piuttosto anonima.

Molti critici hanno storto il naso anche per le altre assegnazioni: ok premiare il sempre più lanciato Jesse Plemons (lo ricordate ne Il Potere del Cane e in Killers of the Flower Moon?), ma era necessario decretare un quadruplo ex-aequo per la miglior attrice (comprendente Selena Gomez di Spring Breakers e Zoe Saldana dei Guardiani della Galassia)?

Ha causato una certa insoddisfazione anche l'esclusione dal palmarès di Megalopolis di Francis Ford Coppola, opera monumentale che - a prescindere dagli effettivi risultati artistici - è già entrata di diritto nella storia del cinema.
L'anziano autore de Il Padrino, Apocalypse Now e Twixt ci ha lavorato per 40 anni, riscrivendone di continuo il copione e spendendo di tasca propria 120 milioni di dollari.

Una pellicola simile presentata qui (fuori concorso) è stata la prima delle quattro(!) parti di Horizon-An American Saga, l'abnorme epopea western ideata e realizzata da Kevin Costner.
Il quasi settantenne regista di Balla coi Lupi e Terra di Confine era visibilmente commosso per la standing ovation tributatagli alla fine della proiezione.

Ma quest'anno ci sono stati pochi altri highligths.
Tra questi, le Palme d'Oro speciali con cui Cannes ha omaggiato l'inossidabile Meryl Streep, il leggendario George Lucas e il mitico Studio Ghibli di Hayao Miyazaki.

Ma se gli unici premi che accontentano tutti sono quelli alla carriera, è un segno inequivocabile che qualcosa non vada.
Era già successo l'anno scorso, ed è l'ennisima dimostrazione del lento declino del Festival, che negli ultimi anni sembra patire la concorrenza della ben più pimpante Mostra del Cinema di Venezia.

Dal Lido, il direttore artistico Alberto Barbera già gongola, in previsione della kermesse di fine agosto.
Adieu, Cannes 2024.


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domenica 26 maggio 2024

CANNES 2024. I VINCITORI

Meryl Streep con la Palma d'Oro alla carriera. 


A vincere il 77° Festival di Cannes è stato Anora del regista americano Sean Baker.

Solo uno dei tanti colpi di scena che la Giuria, capitanata dalla regista di Barbie Greta Gerwig, ha dispensato in questa edizione.

Intanto che finiamo di scrivere il nostro consueto post di commento, potete leggere qui sotto l'elenco di tutti i premiati!


Palma d'Oro: Anora, regia di Sean Baker (Stati Uniti)

Grand Prix Speciale della Giuria (premio per l'opera più originale o innovativa): All We Imagine as Light, regia di Payal Kapadiya (India)

Prix de la mise en scène (premio per la migliore regia): Grand Tour, regia di Miguel Gomez (Portogallo)

Prix du scénario (premio per la migliore sceneggiatura): Coralie Fargeat per Substance (Regno Unito)

Prix d'interprétation féminine (premio per la migliore attrice): Karla Sofía Gascón, Adriana Paz, Selena Gomez e Zoe Saldana per Emilia Pérez (Francia)

Prix d'interprétation masculine (premio per il migliore attore): Jesse Plemons per Kinds of Kindness (Stati Uniti)

Premio della Giuria: Emilia Pérez, regia di Jacques Audiard (Francia)

Palma d'Oro onoraria: George Lucas, Meryl Streep e lo Studio Ghibli


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lunedì 13 maggio 2024

CANNES 2024. FILM IN E FUORI CONCORSO

Dall'alto: Francis Ford Coppola sul set di Megalopolis; una scena di Horizon: An American Saga; Anya Taylor-Joy in Furiosa: A Mad Max Saga; Gary Oldman in Parthenope



Sarà dunque Cannes il palcoscenico di tre dei film più attesi dell'anno.

Il primo è certamente Megalopolis, il progetto a lungo accarezzato e finalmente concretizzato da Francis Ford Coppola, già vincitore di due Palme d'Oro (nel 1974 con La Conversazione, nel 1979 con Apocalypse Now): ambientato in un futuro che ricorda l'Impero romano, sarà in concorso e probabilmente dividerà il pubblico per il suo sperimentalismo (ricordiamo che prima di esso, l'ultimo lavoro del grande cineasta era stato il molto anticonvenzionale Twixt).

Il secondo è Furiosa, prequel/spin-off di quel capolavoro d'azione che è Mad Max: Fury Road: Charlize Theron è stata sostituita da Anya Taylor-Joy (e questo ci fa storcere un po' il naso), ma da George Miller ci aspettiamo adrenalina e spettacolo.

Il terzo è Horizon: An American Saga, epico e ambizioso ritorno al western di Kevin Costner dopo i successi di Balla coi Lupi e Open Range: qui sarà presentato il primo capitolo, mentre il secondo dovrebbe uscire ad agosto.

Ma mai sottovalutare la kermesse della Costa Azzurra: il cartellone è sempre ricco di titoli interessanti.

Quest'anno, tra questi, segnaliamo:

- Kind of Kindness, terzo film consecutivo per la coppia d'oro Yorgos Lanthimos - Emma Stone (dopo gli acclamatissimi La Favorita e Poor Things);

- Parthenope, l'ode di Paolo Sorrentino alla sua Napoli che può vantare la presenza di Gary Oldman e che si spera possa eguagliare il successo all'estero di La Grande Bellezza;

- The Apprentice, sugli esordi di Donald Trump (interpretato da Sebastian Stan);

- il musical di Jacques Audiard Emilia Perez;

- Limonov, sull'eccentrico e controverso personaggio politico russo, basato sull'omonimo bestseller di Emmanuel Carrère;

- Marcello mio, omaggio a Marcello Mastroianni, che conta la presenza di Catherine Deneuve e della di loro figlia Chiara;

- Oh Canada, del sempre interessante Paul Schrader.

E questo per citare solo i film in competizione.

Ma il bello è scoprire le piccole e grandi gemme nascoste dai flash dei fotografi e dal passaggio dei divi sulla Croisette.

Chissà quali saranno le rivelazioni...

Nell'attesa di saperlo, ecco il programma della 77a edizione del Festival per antonomasia del cinema mondiale.

Appuntamento dal 14 al 25 maggio a Cannes!


Concorso

- All We Imagine as Light, regia di Payal Kapadia – documentario (India)
- L'Amour ouf, regia di Gilles Lellouche (Francia), con Adèle Exarchopoulos
- Anora, regia di Sean Baker (Stati Uniti d'America)
- The Apprentice, regia di Ali Abbasi (Canada, Danimarca, Irlanda, Stati Uniti d'America), con Sebastian Stan, Maria Bakalova, Jeremy Strong
- Bird, regia di Andrea Arnold (Regno Unito, Francia), con Barry Keoghan, Franz Rogowski
- Diamant brut, regia di Agathe Riedinger (Francia)
- Emilia Perez, regia di Jacques Audiard (Francia, Messico), con Selena Gomez, Zoe Saldaña, Édgar Ramírez
- Fēngliú yīdài, regia di Jia Zhangke (Cina)
- Grand Tour, regia di Miguel Gomes (Portogallo, Italia, Francia)
- Kinds of Kindness, regia di Yorgos Lanthimos (Irlanda, Regno Unito), con Emma Stone, Willem Dafoe, Joe Alwyn, Margaret Qualley
- Limonov: The Ballad of Eddie, regia di Kirill Serebrennikov (Italia, Francia, Spagna), con Ben WHishaw, Sandrine Bonnaire
- Marcello mio, regia di Christophe Honoré (Francia, Italia), con Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Fabrice Luchini, Nicole Garcia
- Megalopolis, regia di Francis Ford Coppola (Stati Uniti d'America), con Adam Driver, Nathalie Emmanuel, Giancarlo Esposito, Jon Voight, Laurence Fishburne, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jason Schwartzman, Talia Shire
- Motel Destino, regia di Karim Aïnouz (Brasile, Francia, Germania)
- Oh Canada, regia di Paul Schrader (Stati Uniti d'America), con Jacob Elordi, Richard Gere, Uma Thurman
- Parthenope, regia di Paolo Sorrentino (Italia, Francia), con Gary Oldman, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, Isabella Ferrari
- Pigen med nålen, regia di Magnus von Horn (Danimarca, Polonia, Svezia), con Trine Dyrholm
- The Shrouds, regia di David Cronenberg (Francia, Canada), con Vincent Cassel, Diane Kruger, Guy Pearce, Sandrine Holt
- The Substance, regia di Coralie Fargeat (Stati Uniti d'America), con Demi Moore, Margaret Qualley, Dennis Quaid


Un Certain Regard

- Armand, regia di Halfdan Ullmann Tøndel (Norvegia, Paesi Bassi, Svezia, Germania)
- Boku no ohisama, regia di Hiroshi Okuyama (Giappone)
- The Damned, regia di Roberto Minervini (Italia, Stati Uniti d'America, Belgio)
- Gǒu zhèn, regia di Guan Hu (Cina)
- L'Histoire de Souleymane, regia di Boris Lojkine (Francia)
- Norah, regia di Tawfik Alzaidi (Arabia Saudita)
- On Becoming A Guinea Fowl, regia di Rungano Nyoni (Irlanda, Regno Unito)
- Le Procès du chien, regia di Lætitia Dosch (Francia)
- Le Royaume, regia di Julien Colonna (Francia)
- Santosh, regia di Sandhya Suri (Regno Unito, Francia, India)
- September Says, regia di Ariane Labed (Irlanda, Regno Unito)
- The Shameless, regia di Konstantin Bojanov (Svizzera, Francia, Bulgaria, Taiwan)
- Việt and Nam, regia di Trương Minh Quý (Francia, Singapore, Paesi Bassi, Italia, Germania, Vietnam, Stati Uniti d'America)
- The Village Next to Paradise, regia di Mo Harawe (Austria, Germania, Francia, Somalia)
- Vingt Dieux!, regia di Louise Courvoisier (Francia)


Fuori concorso

- Le Deuxième Acte, regia di Quentin Dupieux (Francia) - film d'apertura - con Léa Seydoux, Vincent Lindon, Louis Garrel
- Furiosa: A Mad Max Saga, regia di George Miller (Australia), con Anya Taylor-Joy, Chris Hemsworth, Tom Hardy, Nicholas Hoult
- Horizon: An American Saga, regia di Kevin Costner (Stati Uniti d'America), con Kevin Costner, Sienna Miller, Sam Worthington, Jena Malone, Danny Huston, Michael Rooker
- Jiàngyuán nòng, regia di Peter Chan (Hong Kong, Cina)
- Rumours, regia di Guy Maddin, Evan Johnson e Galen Johnson (Germania, Canada), con Cate Blanchett, Alicia Vikander, Charles Dance


Cannes Première

- C'est pas moi, regia di Leos Carax (Francia), con Léa seydoux, Denis Lavant
- En fanfare, regia di Emmanuel Courcol (Francia)
- Everybody Loves Touda, regia di Nabil Ayouch (Marocco, Francia)
- Miséricorde, regia di Alain Guiraudie (Francia)
- Rendez-vous avec Pol Pot, regia di Rithy Panh – documentario (Cambogia, Francia)
- Le Roman de Jim, regia di Arnaud e Jean-Marie Larrieu (Francia)


Proiezioni speciali

- Apprendre, regia di Claire Simon – documentario (Francia)
- La Belle de Gaza, regia di Yolande Zauberman – documentario (Francia)
- Ernest Cole: Lost and Found, regia di Raoul Peck – documentario (Stati Uniti d'America)
- Le Fil, regia di Daniel Auteuil (Francia)
- The Invasion, regia di Serhij Loznycja – documentario (Ucraina, Paesi Bassi)


Proiezioni di mezzanotte

- Beterang 2, regia di Ryoo Seung-wan (Corea del Sud)
- Les Femmes au balcon, regia di Noémie Merlant (Francia)
- Jiǔlóng Chéng Zhài zhī wéichéng, regia di Cheang Pou-soi (Hong Kong)
- The Surfer, regia di Lorcan Finnegan (Australia, Irlanda), con Nicolas Cage


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